LONDRA – Davanti all’Alta Corte di Giustizia di Londra si siedono anche i coniugi McCann. Kate e Gerry hanno perso la loro Madeleine, sparita in un albergo di Praia da Luz, in Portogallo, il 3 maggio del 2007 a quattro anni.
Sfilano come “vittime” di News of The World e del sistema di gossip e intercettazioni che ha portato il gruppo di Rupert Murdoch alla fine. Protestano contro quel sistema che però ha permesso che il caso della piccola Maddie non venisse dimenticato.
Loro stessi non hanno mai mollato i contatti con la stampa, anche se di errori ne sono stati commessi tanti: «In questi anni mi sono sentita violentata. È stato disgustoso», racconta Kate.
«Credo nella libertà di stampa e pensavo che per i giornali fosse sufficiente l’autoregolamentazione. Non è così», dice lui. «Una volta hanno cominciato a picchiare sul vetro per farci voltare. In macchina c’erano anche Sean e Amelia, i fratelli di Maddie. Erano terrorizzati».
Un giorno li chiamò Colin Myler, direttore di News of the World. «Ci ha maltrattati perché avevamo dato un’intervista a un settimanale. Ha preteso che parlassimo con un suo giornalista. Accettammo. Myler si rasserenò».
Eppure dal 2007 il caso Maddie lo ricordano tutti, proprio perché l’informazione ha continuato – anche se spesso sbagliando- a tenere i riflettori accesi sulla vicenda.