Norvegia, bombe a Oslo e Utoya: diversi morti. Il premier nel mirino

(Foto LaPresse)

ROMA, 22 LUG – Una forte esplosione si è verificata a Oslo, capitale della Norvegia, nella sede del più importante tabloid norvegese “VG” che si trova vicino all’ufficio del primo ministero, Jens Stoltenberg, e alla sede del ministero del Petrolio. Secondo i media locali, diverse persone – almeno quindici – sono rimaste ferite e ci sarebbe almeno dodici morti. Alcune persone sarebbero rimaste intrappolate nell’edificio, secondo quanto ha dichiarato alla Bbc Hans Kristian Amundsen. Guarda le foto.

La polizia ha chiesto alla popolazione di restare in casa e di lasciare il centro. L’esercito sarebbe schierato nel centro della città.

Sono sconosciute le cause dell’esplosione. La maggior parte dei vetri delle finestre dell’immobile è andata in frantumi. Il primo ministro norvegese in quel momento non si trovava all’interno del suo ufficio, e successivamente, in un’intervista ha fatto sapere di “non aver paura”, ma al momento ha deciso di non far sapere dove si trova.

Il tetto di cristallo dell’edificio in cui ha sede il tabloid Vg (Verdens Gang), un palazzo di dieci piani con una corte interna, è crollato in seguito all’esplosione. Il piano terra del palazzo è occupato da un centro commerciale.

Fonti della polizia citate dalla telvisione norvegese TV2 ipotizzano che l’esplosione che ha devastato il centro di Oslo sia stata provocata da una autobomba.  Un ufficiale di polizia ha riferito che, secondo le immagini delle telecamere di sorveglianza, ”una grande automobile è stata vista passare nel quartiere del governo pochi istanti prima dell’esplosione”.

La rivendicazione. Gli attacchi a Oslo sono stati rivendicati da un gruppo finora sconosciuto, i ”Sostenitori della Jihad globale”, che lo collegano alla ricorrente pubblicazione delle vignette di Maometto. Lo riferisce la televisione pubblica NRK.

La sparatoria a Utoya. Poco dopo l’esplosione a Oslo, sempre nel pomeriggio di venerdì 22 luglio l’isola di Utoya è stata teatro di una sparatoria. In particolare è stato preso di mira il campo estivo dei giovani laburisti, al quale avrebbe dovuto partecipare anche il premier laburista  Jens Stoltenberg,e a cui starebbero partecipando circa 700 ragazzi.

Secondo la televisione norvegese ci sono stati diversi morti nella sparatoria alla riunione dei giovani laburisti alla periferia di Oslo.La polizia norvegese ha arrestato la persona che ha sparato alla riunione dei giovani laburisti vicino a Oslo. Lo riferiscono i media locali. Secondo la tv di stato norvegese Nrk, l’autore della sparatoria alla riunione dei giovani laburisti nei pressi di Oslo ha un aspetto chiaramente scandinavo

”Una zona di guerra”. Usa queste parole la cronista del quotidiano norvegese Dagbladet per descrivere la situazione nel centro di Oslo, dove si è verificata l’esplosione che ha gravemente danneggiato vari edifici. La facciata del palazzo governativo che ospita gli uffici del premier è distrutta, si legge sul sito online del quotidiano, pendono detriti dalle finestre. Sul terreno è pieno di spazzatura e detriti. Ci sono sangue, documenti e auto distrutte. Una macchina, riporta la cronista sul posto, è rovesciata su un fianco, completamente bruciata. Il sito riferisce anche di un’altra auto che è stata portata via. Vari quotidiano online norvegesi parlano di una sospetta autobomba.

Il portavoce di Avinor, il centro di controllo aereo della Norvegia, ha riferito che è in corso una riunione per valutare la necessità di chiudere lo spazio aereo norvegese. Lo riporta l’edizione online del quotidiano Aftenposten. Secondo il portavoce Sindre Anonsen, al momento il traffico aereo è ”normale”, ma potrebbe essere decisa la chiusura. All’aeroporto internazionale di Oslo, Gardermoen, i poliziotti in servizio – normalmente disarmati – sono stati dotati di armi e controllano tutte le vetture in entrata ed in uscita dall’aeroporto che sorge ad una cinquantina di chilometri dalla capitale.

Su vari siti di informazione online si moltiplicano in questo momento le congetture su quale potrebbe essere la ragione dietro quello che va delineandosi come un attentato che ha colpito il centro di Oslo, dove ha sede il principale tabloid del Paese, Vg, e edifici governativi.  Dieci giorni fa un procuratore norvegese aveva incriminato per terrorismo il mullah Krekar, controverso fondatore del gruppo curdo-islamista Ansar al-Islam da anni residente in Norvegia, per aver minacciato di morte politici norvegesi nel caso in cui fosse stato espulso dal Paese. La Norvegia aveva infatti ordinato l’espulsione di Krekar verso l’Iraq, suo Paaese d’origine, dando inizio così ad una complessa vicenda giudiziaria.

Molti ricordano la partecipazione della Norvegia alla missione militare della Nato in Afghanistan, che aveva già provocato minacce da parte di al-Qaida. I caccia F-16 norvegesi, invece, cesseranno da fine mese le operazioni sulla Libia.  Altri parlano della ripubblicazione nel Paese delle vignette offensive verso il profeta Maometto all’inizio del 2006 e nel 2010, da parte del sito cristiano Magazinet e del quotidiano Aftenposten.

Le condanne internazionali. ”Condanno con forza questi atti di vigliaccheria per i quali non vi è alcuna giustificazione”. Lo ha affermato, in una nota, il presidente dell’Unione europea Herman Van Rompuy dopo aver appreso quanto avvenuto in Norvegia. Il presidente dell’Ue, che si è detto ”scioccato”, ha fatto sapere di aver inviato un messaggio di cordoglio e di solidarietà da parte dell’Unione europea al primo ministro Jens Stoltenberg e a tutto il popolo della Norvegia.

Gli Stati Uniti condannano ”l’odioso” attentato di Oslo. Lo afferma il Dipartimento di Stato. ”Condanniamo questi atti di violenza odiosi. Siamo vicini alle vittime e alle loro famiglie e abbiamo contattato il governo norvegese per portare le nostre condoglianze”. Il presidente Barack Obama è stato informato sull’attentato a Oslo dal consigliere per il controterrorismo e per la sicurezza interna. L’ambasciata americana a Oslo – secondo quanto riporta la stampa – ha invitato gli americani nella capitale norvegese a non andare in centro città.

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Maria Elena Perrero