In vista del viaggio di Benedetto XVI in Gran Bretagna, previsto dal 16 al 19 settembre e del quale è stato diffuso oggi il programma dettagliato, il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, vuole fare chiarezza sulla discussa questione dei ”biglietti” che i fedeli dovranno pagare per assistere ai tre eventi religiosi col Papa a Glasgow, Londra e Birmingham.
”Si sono lette e si sono sentite obiezioni assolutamente infondate – dice Lombardi ai microfoni della Radio Vaticana -. Ho sentito parlare del Vaticano che chiedeva di pagare il biglietto per andare alla Messa, quindi coinvolgendo anche la responsabilità del Vaticano in scelte di carattere organizzativo molto specifiche. Questo è assolutamente sbagliato”, aggiunge.
Il portavoce della Santa Sede ricorda ”che il Papa va in un Paese perché invitato, e invitato dalle più alte autorità dello Stato, la Regina e il governo, ed è invitato dalla Chiesa locale. Quindi, i costi, gli impegni organizzativi della visita sono naturalmente di chi invita. Non è il Papa che si auto-organizza un viaggio in Inghilterra”. Perciò, come prima cosa, ”il Vaticano non ha stabilito nulla di questo. Si tratta di modalità organizzative affrontate sul luogo dalla Chiesa locale, ma tenendo conto di tutti i molti vincoli di carattere organizzativo imposti dalle autorità civili”.
”Per esempio, spiega ancora Lombardi, in questo caso abbiamo la situazione non comune che le persone non possono andare liberamente a piedi al luogo dei grandi eventi, dei tre principali eventi pubblici: devono andare con mezzi di trasporto organizzati e bisogna che tutti i posti siano assegnati con un numero assolutamente preciso. Questo non è il modo abituale con cui la gente viene a partecipare ai grandi eventi durante i viaggi del Papa, sottolinea il portavoce vaticano. Allora, questo va tenuto in conto e questo è imposto dalle esigenze di sicurezza dalle autorità civili”.
Quindi, ”le autorità ecclesiali a loro volta hanno dovuto organizzare dei gruppi di fedeli che potessero andare insieme con dei mezzi di trasporto organizzati, dando quindi un ‘pass’, un passaporto specifico ad ogni fedele che partecipa, e questo viene consegnato insieme ad un piccolo ‘kit’ di servizio – anche pastorale e logistico – e per questo si chiede un ‘contributo’ ad ogni gruppo che si organizza per partecipare. Come poi questo contributo venga distribuito tra le persone che partecipano, dipende dalla parrocchia o dalla diocesi che ha organizzato questi gruppi – conclude Lombardi -. Non si tratta, quindi, di un biglietto pagato dai singoli per andare alla messa”.