Migliaia di rondelle in plastica sono andate disperse nella Senna, compreso il tratto che attraversa Parigi, suscitando l’inquietudine della popolazione.
A lanciare l’allarme è il quotidiano francese Le Parisien, che in un articolo denuncia la presenza – ormai da una settimana – di questi pezzi di plastica bianca dal diametro millimetrico, chiamati tecnicamente media filtranti, ed utilizzati normalmente nei sistemi di depurazione dell’acqua.
“Ho raccolto le prime rotelline il 15 febbraio – racconta a Le Parisien, Willy Goisbault, un carpentiere di 32 anni che abita su un imbarcazione attraccata a Villeneuve-la-Garenne, nel nord della capitale francese – Ce ne sono centinaia di migliaia in tutta la Senna”. E’ stato lui, con il suo vicino di barca, Renaud, ad allertare per primo i servizi della Polizia fluviale. Ci sono stati, quindi, nei giorni scorsi, i primi prelievi di questo materiale, ormai presente lungo tutto il corso dell’acqua, dalla regione dell’Essonne a quella degli Hauts-de-Seine, passando per il cuore di Parigi.
“Abbiamo effettivamente rilevato che c’é stato un inquinamento delle acque e aperto un’indagine – commenta Fabien Esculier, capo della polizia fluviale – Intorno a Parigi ci sono diverse stazioni di depurazione che potrebbero esserne la causa”. Willy e Renaud, che hanno deciso di contribuire alle ricerche hanno risalito la Senna per cercare il punto esatto da cui proviene il materiale. Un’iniziativa fruttuosa, visto che ne hanno ritrovato una grande concentrazione (di diverse tonnellate) davanti a una fabbrica in costruzione del Sindacato intercomunale di risanamento e depurazione delle acque (Siarce), a Corbeil-Essonnes.
La polizia fluviale dovrà ora verificare se lo stabilimento é “effettivamente responsabile del degrado ecologico”, riferisce Le Parisien. Mentre il presidente della Siarce dice di “non essere al corrente” dell’accaduto. Intanto, il capo della polizia fluviale dice che la vicenda “non nuoce direttamente alla salute pubblica ma è un pericolo per gli altri utilizzatori e per l’ambiente”. Se la quantità dei piccoli cilindri bianchi dovesse risultare troppo importante, aggiunge Esculier, “bisognerà ritirarli”. Oltre a provocare un danno ambientale, infatti, gli animali del fiume potrebbero ingoiarli, finendo così nella catena alimentare. (ANSA).
