TORINO, 8 GIU – La Citta' di Parigi e' tornata nel 2010 alla gestione pubblica dell'acqua dopo 25 anni, realizzando una diminuzione delle tariffe dell'8%. Lo ha sottolineato oggi il vicesindaco del capoluogo francese Anne Le Strat, incontrando il suo omologo torinese Tom Dealessandri. All'appuntamento e' intervenuta anche Mariangela Rosolen, referente torinese del Comitato promotore dei referendum sull'acqua. ''Dopo 25 anni di gestione privata dell'acqua – ha detto Le Strat – a Parigi abbiamo realizzato una grande riforma, che ha gia' prodotto importanti benefici. Siamo passati da una gestione privata molto complessa e poco trasparente a una esperienza estremamente positiva di gestione pubblica. Un osservatorio garantisce il controllo sul servizio, e i profitti che vengono realizzati, pari a circa 35 milioni l'anno, anziche' finire nelle tasche dei privati vengono reinvestiti. Il costo dell'acqua per i parigini, lievitato del 260% con i privati, nel primo anno di gestione pubblica e' stato tagliato dell'8%, mentre la qualita' e' rimasta inalterata''. Il percorso seguito nel capoluogo francese, ha osservato Dealessandri, e' l'inverso di quanto potrebbe accadere a Torino nel caso di bocciatura dei referendum. ''Nella societa' per azioni che oggi gestisce l'erogazione dell'acqua a due milioni di abitanti fra Torino e 300 Comuni della cintura – ha spiegato infatti Dealessandri – non ci sono privati. Ma se non passa il referendum – ha ricordato – entro la fine dell'anno dovremo cedere il 40% delle quote a un socio privato, oppure mettere a gara il servizio. Difficilmente a Torino sarebbe concesso di mantenere l'attuale gestione dei servizi idrici perche', fra i requisiti imposti dalla legge, non sarebbe nel nostro caso sostenibile l'affermazione che la societa' non ha rilevanza economica. E gestione pubblica per noi significa anche attenzione per le fasce deboli: per i torinesi sotto i novemila euro di reddito, il 10% del consumo d'acqua e' gratuito''.
