E’ definito “molto pericoloso” da fonti sindacali il detenuto che dalle 11.50 di mercoledì sta tenendo in ostaggio un uomo nella prigione della Santé, a Parigi (14mo arrondissement). Secondo il segretario locale dell’Organizzazione sindacale penitenziaria Ufap, Regis Grava, intervenuto alla tv all news Lci, l’ostaggio sarebbe il capo del servizio medico psichiatrico del penitenziario.
Il detenuto sarebbe noto, ha precisato Grava, per una precedente presa d’ostaggio nel carcere di Clairvaux (in Champagne-Ardenne, nord-est della Francia) dove si trovava prima di essere trasferito, alcuni mesi fa, nella prigione parigina.
“E’ disposto a tutto pur di tornare nella sua regione d’origine”, ha detto Grava. Il detenuto si trovava in un settore sotto stretta sorveglianza della prigione quando ha incontrato il medico e lo ha preso in ostaggio. L’uomo è iscritto in un registro di detenuti particolarmente pericolosi, considerati a rischio per l’ordine e la sicurezza. Meno dell’1% dei detenuti vi fanno parte.
Intanto il ministro della Giustizia, Michele Alliot-Marie, ha aperto una unità di crisi alla direzione dell’amministrazione penitenziaria. Una barriera metallica è stata alzata intorno alla prigione, dove è intervenuta una brigata speciale della polizia, detta anti-gang.
Il “pericoloso” detenuto ha 26 anni e sta scontando una pena di 30 anni di reclusione per aver ucciso il suo compagno di cella. Secondo alcune fonti il detenuto si chiama Francis Dorferr (ma la notizia non è stata confermata dalla polizia) ed è già stata condannato più volte in passato per violenze, stupro e omicidio colposo.
L’uomo non è al suo primo sequestro. Ne ha già due al suo attivo: la prima nel novembre del 2006 alla prigione di Nancy (est) per denunciare le cattive condizioni della sua detenzione, la seconda a Clairvaux (nord-est) il 17 novembre 2009, dove aveva tenuto in ostaggio una guardia per cinque ore, prima di arrendersi. Il detenuto è stato in seguito trasferito alla Santé di Parigi e sarebbe “disposto a tutto”, hanno riferito fonti sindacali, pur di rientrare nell’est del paese per avvicinarsi alla sua famiglia.
