”Eccessivamente costoso, tecnicamente irrealizzabile, assurdo, illegale, un massacro irresponsabile”: oggi come negli anni ’70 con il vicino Centro Georges Pompidou, il progetto di rinnovo delle Halles, il quartiere simbolo del centro di Parigi, che Emile Zola chiamava il ”ventre” della capitale, è al centro di un’accesa polemica.
Allora nel mirino era la ”baracca di ferro”, ”la Notre Dame di tubature” degli architetti Renzo Piano e Richard Rogers. Questa volta è il progetto ”minimalista” dell’architetto francese David Mangin. Il più grande centro commerciale d’Europa, il Forum des Halles, che sorge nell’ex sede dei mercati generali dove è stata costruita anche una grande stazione sotterranea con linee della metro e della rete ferroviaria (800 mila utenti al giorno), sarà infatti demolito.
La struttura esistente, voluta a tutti i costi nel 1986 dall’ex presidente Jacques Chirac, allora sindaco della capitale – per farla ha sacrificato i vecchi padiglioni ottocenteschi dell’architetto Victor Baltard – è ”invecchiata male”, ”degradata” e ”non risponde alle vigenti norme di sicurezza”. Di qui, l’idea dell’attuale sindaco socialista Bertrand Delanoe di ”offrire al centro di Parigi uno spazio degno di una capitale del XXI/o secolo”, uno dei progetti cardine del suo mandato.
Le future Halles avranno un nuovo giardino e un grande tetto, detto Canopea, che coprira’ un vasto spazio sottostante dove stazioni del treno e metropolitane, centro commerciale, aree per il pubblico si integreranno e confonderanno. Costo: 760 milioni di euro. Ma le ambizioni di Delanoe devono fare i conti con l’ostilità e le reticenze degli abitanti, riuniti in un’associazione, e quelle del sindaco di destra della circoscrizione, Jean-Francois Legaret, che ”continuera’ a battersi fino in fondo e a presentare ricorsi affinche’ questo massacro non abbia luogo”.
E ancora: ”Mangin è un architetto che non ha competenza, esperienza né visione per condurre un cantiere così ampio. Aver scelto quest’architetto è un errore, il suo progetto è assurdo, costoso, irrealizzabile, nessuno lo vuole”. L’inizio dei lavori era previsto a maggio ma tutto è stato bloccato da una valanga di ricorsi.
Qualcuno rivede nella polemica quella che si era scatenata con il Centro Pompidou. Ma Legaret assicura: ”Non c’è confronto: Renzo Piano è un grande architetto, Mangin non ha mai costruito niente, è sconosciuto, uscito da nulla”. In concorso c’erano altri tre architetti, tutti e tre di fama internazionale: il francese Jean Nouvel e gli olandesi Winy Maas e Rem Koolhaas.
