Contestano la posizione del papa sull’omosessualità, la pedofilia nella Chiesa, i pregiudizi sui preservativi, i diritti delle donne: più di 10 mila “antipapalini” stanno sfilando per le vie di Londra in occasione della visita di Benedetto XVI.
Tra di loro ci sono vittime di abusi da parte di preti cattolici e attivisti per i diritti umani: il corteo è partito da Hyde Park per arrivare a Downing Street. Armati di cartelli e striscioni con slogan del tipo ”Proteggete i bambini, non i preti” e ”I diritti gay sono diritti umani”, i manifestanti hanno marciato pacificamente per le vie del centro, sotto gli occhi incuriositi di passanti e turisti, alcuni dei quali si sono uniti alla protesta.
Therese Albrecht, sopravvissuta agli abusi di un prete e di una suora cattolica, è arrivata a Londra dagli Usa per unirsi alla manifestazione: ”Sono venuta a dire al pontefice che deve proteggere i bambini. Io sono stata violentata all’età di otto anni da un prete cattolico e ho subito anche moleste sessuali da una suora. Per anni sono stata malissimo, provavo vergogna e mi volevo uccidere”, ha detto la donna, aggiungendo: ”Se volesse davvero sconfiggere questa piaga, il Papa dovrebbe aprire gli archivi segreti sugli abusi, tirare fuori la verità, i nomi dei colpevoli. I criminali devono essere arrestati e rispondere di ciò che hanno fatto”.
In prima fila al corteo, a fianco dell’attivista per i diritti gay Peter Tatcher, c’era un’altra vittima degli abusi, Bill Maloney. Lui e i suoi sette fratelli e sorelle erano stati tolti ai genitori, immigrati irlandesi, e affidati alle cure di istituti cattolici. Ora Maloney dedica la sua vita a raccogliere le testimonianze di altre vittime e a denunciare il fenomeno in film e documentari: ”I preti ci molestavano, le suore ci picchiavano. Alle suore piaceva picchiarmi, forse perché sono bello”, ha scherzato Maloney, aggiungendo poi: ”L’umorismo è ciò che mi ha permesso di sopravvivere. Molte delle vittime degli abusi, i miei fratelli e le mie sorelle, bevono whisky, prendono farmaci e usano droghe. Col mio lavoro io voglio anche parlare per loro”.
Molti anche gli italiani presenti al corteo. Daniel, 18 anni, è arrivato apposta da Trento per la manifestazione ”perché in Italia queste marce non si riescono più a fare”, e ha detto: ”Mi preoccupa l’attacco contro i diritti degli omosessuali e per come la laicità nel nostro Paese sia in pericolo”. E per Cristina, una studentessa di 25 anni, ”la Gran Bretagna non è un Paese del Terzo Mondo come ha detto qualche giorno fa un vescovo. I valori qui sono la democrazia, la giustizia e i diritti umani. Mi piacerebbe che anche in Italia si potesse manifestare così”.