DUBLINO – Un pedofilo bussa alla porta del vostro confessionale? Dovete ascoltarlo, assolverlo e quindi denunciarlo. La proposta shock arriva da Dublino e precisamente dai locali ministri dell’Interno (Alan Shatter) e dell’infanzia (Frances Fitzgerald).
I due, in un Paese dove quello dei preti pedofili è uno scandalo che continua a far discutere, stanno mettendo a punto un disegno di legge. In teoria la norma è ineccepibile e prevede l’obbligo di denuncia, esteso anche alla Chiesa, in caso di violenza sessuale o abusi su minore. I due ministri, però, vanno oltre e chiedono che l’obbligo di denuncia si estenda anche a quanto i penitenti raccontano nei confessionali.
Secondo Luigi Santambrogio, che per il quotidiano Libero riporta la notizia, quello che arriva da Dublino è in verità un attacco frontale a Benedetto XVI. Politica a parte, qualcosa che lascia perplessi, nella decisione irlandese c’è. Innanzitutto il segreto confessionale: ammesso e non concesso che si possa imporre la violazione ad un religioso, perché questa dovrebbe valere solo per i casi di pedofilia? Sono in assoluto più gravi di un omicidio? Non solo. Una legge ha senso e funziona se esiste la possibilità almeno teorica della sua applicazione: come si fa a controllare i confessionali? Con i microfoni?
Il problema dei preti pedofili, inutile negarlo, c’è. Difficile però, risolvere la situazione con una legge di questo tipo. Lo spunto per la norma, scrive ancora Libero, nasce da un documento del 1996, il “Cloyne Report” che mostra come nella diocesi del posto su ordine del Vaticano si era deciso di non denunciare i casi di pedofilia. Da allora sono passati 15 anni e la Chiesa, almeno ufficialmente, mostra di aver cambiato linea. Quanto a rinunciare al segreto del confessionale, onestamente, sembra impossibile.