WASHINGTON – Christopher Johnson, 39 anni, è stato giustiziato giovedì sera in Alabama (Stati Uniti) con un'iniezione letale, dopo aver chiesto di essere condannato a morte fin da suo processo e dopo 4 anni passati nel braccio della morte. Lo si è appreso dalle autorità giudiziarie dell'Alabama secondo le quali le ultime parole del condannato sono state ''game over'' e '' fine della corsa''.
Al suo processo, nel 2006, Johnson aveva confessato di aver picchiato e soffocato suo figlio di 6 mesi per odio nei confronti della sua compagna e aveva chiesto ai giudici di dargli la pena capitale.
Condannato a morte nel febbraio 2007, Christopher Johnson è stato definito ''volontario'' dalle organizzazioni che si battono contro la pena di morte perche' ha rifiutato di fare appello contro la sentenza e di inoltrare ricorsi. In un comunicato, l'organizzazione ''Project Hope to Abolish the Death Penalty'' ha dichiarato di ''rispettare il volere del prigionieri'' ma si e' anche ''interrogata sulla stabilità mentale di Johnson, dopo aver preso tale decisione''.
Richard Dieter, direttore del Centro d'Informazione sulla pena di morte (DIPC), ha affermato che c'è ''il rischio di giustiziare detenuti che vogliono suicidarsi''. Con l'esecuzione di Johnson salgono a 6 i detenuti giustiziati quest'anno in Alabama e 38 negli Stati Uniti.
