Preti pedofili: la Chiesa austriaca nomina una donna per dirigere le indagini

Waltraud Klasnic

La Chiesa cattolica austriaca ha deciso di nominare una donna come «rappresentante indipendente» delle vittime, per indagare sui casi di abusi sessuali commessi da esponenti del clero. Lo ha detto alla tv di Stato l’arcivescovo di Vienna Christoph Schoenborn, annunciando che il ruolo sarà affidato a Waltraud Klasnic, ex governatrice regionale. «Vogliamo far uscire le indagini dalla Chiesa ed affidarle ad un rappresentante indipendente», ha detto il vescovo. La rappresentante – è stato spiegato – assumerà l’incarico quanto prima e provvederà a nominare una equipe, di cui non potrà far parte nessun ecclesiastico, per il lavoro di indagine. «In primo luogo – ha sottolineato infatti il vescovo – vogliamo garantire l’indipendenza di chi conduce le indagini». La signora Klasnic lavorerà parallelamente agli uffici della Chiesa che finanzierà il lavoro della sua squadra. Tra i suoi compiti ci sarà anche quello di individuare i risarcimenti per le vittime, ha precisato il cardinale. La Chiesa «può e deve imparare ad essere più traSprente», ha aggiunto Schoenborn, sottolineando che «tutti i tentativi per coprire questi abusi sono incompatibili con gli insegnamenti del Vangelo».

Si leva intanto a difesa del Papa, di fronte alle accuse di non aver fatto abbastanza contro la pedofilia, la voce della Chiesa anglicana, secondo cui non ci sono «motivi forti» per chiedere le sue dimissioni. «Il Papa non si dimetterà» ha detto l’arcivescovo di Westminster Vincent Nichols alla Bbc, «e francamente non c’è alcun motivo forte perché lo faccia. La realtà è che le cose stanno esattamente al contrario: lui è l’unico che ha affrontato questo genere di cose e per quanto riguarda il ruolo che ha avuto quando era cardinale, non è stato coinvolto in nessun insabbiamento. In verità è stato il cardinal Ratzinger a promuovere sostanziali mutamenti nel codice vaticano», tra cui una corsia preferenziale per sospendere dall’ordine sacerdotale i preti pedofili.

In contemporanea, però, un gruppo di manifestanti si è dato appuntamento davanti alla cattedrale cattolica di Westminster a Londra per chiedere le dimissioni di papa Benedetto XVI. Peter Tatchell, uno degli attivisti che hanno organizzato la manifestazione, ha accusato il pontefice di aver ordinato la copertura degli abusi in un editto inviato ai vescovi cattolici nel mondo nel 2001. «Non ha permesso che i preti che hanno violentato e molestato sessualmente i giovani fossero denunciati alla polizia. Per questo motivo non è benvenuto in Gran Bretagna e non vogliamo che venga onorato con una visita di Stato a settembre, in particolare una visita di Stato finanziata dai contribuenti», ha dichiarato Tatchell.

Sempre tra le iniziative comunicate oggi, la proposta del presidente elvetico Doris Leuthard di creare una «lista nera» di sacerdoti che si sono macchiati di pedofilia, perché sia garantito che non abbiano più contatti con i bambini. «È importante che i pedofili – che siano preti, insegnanti o abbiano in qualunque modo a che fare con i minori – non possano più avere contatti con i bambini – ha detto al quotidiano svizzero Le Matin Dimanche -. Dovrebbe esistere per i preti un registro centralizzato come quello che esiste per gli insegnanti». Sulla stessa linea Martin Werlen, membro della Conferenza episcopale elvetica, il quale teme che la gerarchia cattolica non abbia preso abbastanza sul serio gli scandali in Irlanda, Germania e Stati Uniti. Werlen, in un’intervista al quotidiano Sonntagsblick, ha sottolineato la necessità di creare a Roma un «registro» di religiosi il cui comportamento sia stato denunciato.

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