Preti pedofili in Irlanda, il Vaticano richiama il nunzio apostolico

CITTA' DEL VATICANO, 25 LUG – Per la Santa Sede richiamare a Roma un nunzio apostolico ''per consultazioni'' rappresenta un fatto piu' unico che raro, senza precedenti a memoria d'uomo. L'iniziativa, poi, fa ancora piu' rumore se interessa un Paese di incrollabile tradizione cattolica come l'Irlanda.

A tanto si e' arrivati, pero', dopo le tensioni tra il governo di Dublino e il Vaticano in seguito all'uscita del rapporto d'indagine sulla diocesi di Cloyne, che ha fatto luce sugli abusi di 19 preti pedofili tra il 1996 e il 2009, con 40 vittime accertate, e sulle relative coperture, chiamando in causa l'allora vescovo John Magee, ex segretario di tre Papi.

Se non si tratta di vera crisi diplomatica, ci si e' molto vicini. ''In seguito alla pubblicazione, il 13 luglio scorso, del Rapporto della Commissione d'inchiesta del Governo irlandese circa le accuse di abusi di minori da parte del clero della diocesi di Cloyne, altrimenti conosciuto come 'Cloyne Report', e, in particolare, alle reazioni che ne sono seguite, la Segreteria di Stato ha richiamato per consultazioni il nunzio apostolico in Irlanda, monsignor Giuseppe Leanza'', recita il comunicato diffuso oggi a mezzogiorno dalla sala stampa della Santa Sede, dopo che un paio d'ore prima il sito della Radio Vaticana aveva, forse per un disguido, ''bruciato'' la notizia.

Le ''reazioni'' citate nella dichiarazione si riferiscono soprattutto al fatto che mercoledi' scorso, in Parlamento, il primo ministro irlandese Enda Kenny aveva accusato il Vaticano di aver incoraggiato i vescovi a non denunciare gli abusi alle autorita' ufficiali.

''Per la prima volta in Irlanda – aveva detto il premier -, un rapporto sugli abusi sessuali commessi su minori mostra un tentativo della Santa Sede di ostacolare un'inchiesta in una repubblica sovrana e democratica''. Kenny aveva stigmatizzato ''la disfunzione, la disconnessione dalla realta', l'elitismo, il narcisismo che dominano la cultura Vaticana al giorno d'oggi''.

Intanto il nunzio monsignor Leanza era stato convocato dal governo per chiedere una ''risposta'' della Santa Sede a quanto accertato nel 'Cloyne Report'.

Il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, aveva a sua volta confermato che ''la Santa Sede rispondera' opportunamente alla domanda posta dal governo irlandese'' sul rapporto riguardante la diocesi di Cloyne. Si era pero' augurato ''che il dibattito in corso su temi cosi' drammatici si sviluppi con la necessaria obiettivita'''. La reazione del governo, in altre parole (si e' ipotizzata persino una legge che obblighi i preti a riferire gli abusi appresi nel segreto della confessione), e' andata ben oltre le attese della Santa Sede e l'ha colta di sorpresa.

Oggi il vice direttore della sala stampa, padre Ciro Benedettini, ha spiegato che ''il richiamo del nunzio, essendo una misura cui raramente la Santa Sede fa ricorso, denota la serieta' della situazione, la volonta' della Santa Sede di affrontarla con obiettivita' e determinazione, nonche' – ha aggiunto – una certa nota di sorpresa e rammarico per alcune reazioni eccessive''. Esso va comunque interpretato ''nella linea di una volonta' della Santa sede finalizzata ad una seria e fattiva collaborazione''.

Tecnicamente, ha spiegato ancora padre Benedettini, ''ha lo scopo principale di permettere una consultazione con chi lavora sul posto da parte della Segreteria di Stato e degli altri dicasteri coinvolti, al fine di preparare la risposta ufficiale della Santa Sede al governo irlandese in seguito al cosiddetto 'Cloyne Report'''.

Tale risposta, attesa dal governo di Dublino entro fine agosto, dovrebbe arrivare anche prima, forse a meta' del mese. Tra i nodi da sciogliere, anche quello di una lettera del 1997 dell'allora nunzio apostolico che avvertiva i vescovi d'Irlanda come il loro documento sulla necessita' di inoltrare le denunce di abusi alle autorita' civili potesse essere in conflitto con la legge canonica. A Cloyne, comunque, dei tanti abusi segnalati dalle famiglie, nessuno fu denunciato alle autorita'.

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Emiliano Condò