Qatargate, deputati europei comprati, la macchia si allarga. Si apre una nuova pista investigativa nella maxi-inchiesta sul Qatargate e il cuore dell’Europa continua a tremare, temendo che quanto è emerso finora sia solo la punta dell’iceberg di un sistema di pressioni e corruzione ben più radicato.
Qatargate, deputati europei comprati, la macchia si allarga
Sarebbero oltre 60, secondo l’emittente privata greca Mega Tv, gli eurodeputati nel mirino della maxi-inchiesta sul Qatargate condotta dalla giustizia belga. I parlamentari europei che potrebbero essere toccati da indagini e perquisizioni, sempre secondo la Tv ellenica, sarebbero per la maggior parte appartenenti alle famiglie politiche dei Socialisti & Democratici, del Partito popolare europeo e di altri partiti di sinistra.
Le indiscrezioni sono state rilanciate anche dalla testata online tedesca Focus.de, ma non trovano alcuna conferma da parte della procura federale belga.
L’operazione, stando alla ricostruzione offerta dai due media belgi Le Soir e Knack e confermata poi dal ministero della Giustizia belga, è partita dopo l’indagine condotta dall’intelligence belga insieme ai servizi segreti di altri cinque Paesi europei. Operazione che aveva portato a una prima incursione ‘clandestina’ nell’abitazione di Panzeri.
Lo scandalo non si ferma al Qatar: il ruolo del Marocco
L’onda lunga dello scandalo potrebbe non fermarsi al Qatar, arrivando fino al Marocco. La polizia belga, ha osservato il direttore de Le Soir, Christophe Berti, potrebbe avere “informazioni anche su un altro Paese”.
E le indiscrezioni emerse a più riprese in questi ultimi giorni puntano tutte verso Rabat. Tanto che il ministro della Giustizia belga, Vincent Van Quickenborne, ha riferito di aspettarsi che i pagamenti in tangenti e regali per influenzare le decisioni politiche europee da parte di potenze economiche siano più alti delle somme rintracciate finora.
E che “gli interessi” per altre ingerenze straniere possano essere “innumerevoli”. Un sospetto ancora tutto da definire. In attesa che i quattro indagati si trovino tra un mese di nuovo davanti alla giustizia belga.