GINEVRA – ”No grazie” degli svizzeri ad un aumento delle ferie da quattro a sei settimane. Chiamati ad esprimersi in un referendum sull’iniziativa ”Sei settimane di vacanza per tutti”, promossa dai sindacati, gli elvetici hanno opposto un chiaro rifiuto, con oltre il 66,5% di pareri contrari e da tutti i cantoni.
Il Ticino, pur avendo bocciato la proposta, figura tra i cantoni più lementi nei confronti dell’iniziativa (45,86% di sì). Il canton Grigioni (73,42% di “no”) è stato invece particolarmente duro con la proposta.
Travail.suisse, promotore dell’iniziativa “6 settimane di vacanza per tutti”, e gli altri sindacati svizzeri si sono detti delusi per la sonora bocciatura del testo alle urne. Si attendono ora dalle organizzazioni padronali che integrino la questione delle ferie nei contratti collettivi di lavoro (CCL), come hanno promesso durante la campagna.
Non nascondendo la sua insoddisfazione, il presidente di Travail.Suisse Martin Flugel si e’ detto tuttavia “fiero di aver tematizzato il problema del sovraccarico di lavoro”. Nessuno ha negato che lo stress sul posto di lavoro esista, anche il Consiglio federale e gli imprenditori l’hanno riconosciuto. I sindacati pensano che ora la palla sia nel campo padronale.
“Durante la campagna, i nostri avversari hanno detto che spetta ai partner sociali prevedere piu’ tempo di recupero”, ha sottolineato Jean Christophe Schwaab, segretario centrale dell’Unione sindacale svizzera (Uss) e consigliere nazionale socialista vodese.”Prenderemo questa proposta alla lettera e affronteremo questo punto durante le prossime trattative sui Ccl”. Sara’ piu’ difficile in taluni settori, come l’industria delle macchine o il turismo, che soffrono per il rafforzamento del franco. Tuttavia, “vi sono altri rami che vanno molto bene, e qui c’e’ il margine di manovra per discutere”.
Sempre oggi, i soli cittadini di Zurigo hanno accettato, con 52,6% di voti favorevoli, la realizzazione di una zona per prostitute da strada equipaggiata con ”box”. Una sorta di aerea di garage dove le prostitute possono appartarsi con i clienti, da allestire su un terreno in disuso. Il referendum contro il progetto era stato promosso dal Partito di destra Udc/Svp secondo il quale la prostituzione è un’attività privata che non deve essere sostenuta con i soldi dei contribuenti.
Oltre che sull’aumento delle ferie gli svizzeri sono stati chiamati a pronunciarsi su altri temi, quali le abitazioni secondarie o il prezzo unico dei libri.
