ROMA – Disavventura per 37 italiani partiti per l’Islanda e rimasti tutti senza bagagli a temperature invernali. Tra loro anche molti bambini, alcuni di pochi mesi, rimasti senza passeggino e seggiolino. I passeggeri del volo di linea della AirBerlin, partito dall’aeroporto di Roma Fiumicino il 6 agosto diretto a Reykjavik e con scalo a Berlino, una volta atterrati a destinazione hanno scoperto di non aver più nulla con sé.
Dopo aver atteso tre ore all’aeroporto sono stati mandati via “senza nessun tipo di assistenza”, affermano, e hanno dovuto riacquistare completamente l’occorrente per sopravvivere a una temperatura di 8 gradi: non solo scarpe e vestiti, ma in alcuni casi anche passeggini, seggiolini per auto, latte in polvere e pannolini. “Dal 6 agosto non abbiamo più nessuna notizia, nessuno risponde al telefono. E siamo nel posto più caro d’Europa, abbiamo speso oltre 600 euro per ricomprare tutto”, denuncia la mamma di una bimba di nove mesi.
”L’ultima volta che ho chiamato il servizio reclami della compagnia, era due ore fa ma non mi ha risposto nessuno”. Francesca, la mamma della bimba di 9 mesi che è in vacanza in Islanda senza bagagli, è molto arrabbiata.
”E non sono l’unica, Gli altri italiani che ho sentito pensano, tutti, di fare causa alla Air Berlin”.
Da quanto ha ricostruito finora, il problema sarebbe nato a Berlino dove il container con le valigie dei passeggeri italiani si è perso, la sera del 6 agosto. ”Non è stato localizzato, così ci hanno detto all’aeroporto. Forse la causa è una pioggia fortissima che c’era al momento del decollo. Ma è assurdo lo stesso”, continua.
Francesca resterà in Islanda altri 5 giorni con un passeggino alla buona che le è stato dato in aeroporto, mentre le pappe e i farmaci per la figlia li ha dovuti ricomprare. ”I liofilizzati erano in vasetti di vetro quindi non potevo imbarcarli e i farmaci (per il cambio clima e quelli di emergenza) erano sopra i 150 ml. In valigia c’erano pure i vestiti pesanti per mia figlia. Qui ci sono 5 gradi!”.
Nello scalo islandese nessuna traccia nemmeno di un referente della Air Berlin. ”Non si è visto nessuno. Bastava dirci: i bagagli sono altrove e arriveranno fra tre giorni. Si dice sempre che i tedeschi sono precisi e invece stavolta mi sa che lo sono stati molto più a Fiumicino. Le uniche informazioni le ho ottenute da li’…”. .
