La Russia dopo due secoli si prende la sua rivincita su Napoleone. L’imperatore francese infatti rubò l’oro moscovita durante la guerra del 1812, ma a due secoli di distanza gli scienziati russi credono di avere individuato il posto in cui quei preziosi vennero nascosti durante la fuga dalla vittoriosa riscossa dello zar Alessandro e del generale Mikhail Kutuzov.
Il 12 giugno, proprio nell’anniversario dell’inizio della guerra napoleonica in Russia, gli scienziati e i numerosi volontari dell’Associazione per la ricerca dei tesori nascosti da Napoleone andranno in una regione a 300 chilometri da Mosca, verso Smolensk, dove i francesi avrebbero inviato 200 carri che portavano i tesori della capitale russa.
Un alone di mistero è mantenuto sul posto, svelato da un ricercatore russo. Roman Aleksandrovic, infatti, avrebbe in mano la chiave del nascondiglio segreto dove Napoleone nascose il bottino. Aleksandrovic ha frugato per anni negli archivi e ha finalmente trovato un disegno che egli stesso definisce una mappa. Si tratta del ritratto di un nobile vicino a Napoleone che rispondeva del trasporto dei tesori rubati ai moscoviti dai francesi.
Si vedono sul foglio un cielo stellato che sarebbe appunto un facsimile della mappa e un cappello stranamente gettato in terra, che indicherebbe il punto dell’oro russo. La gente dell’Associazione ha già ispezionato il posto: era considerata una strada non frequentata dai francesi nell’800, ma sono stati trovati un bottone, pallottole e fibbie della Parigi di Napoleone. Se avranno fortuna, gli scienziati e i volontari riusciranno in ciò che la stessa Unione Sovietica, dai primi anni ’60, aveva tentato invano: ritrovare le 80 tonnellate dell’oro e dei gioielli rubati a Mosca da Napoleone nei palazzi dei nobili e nelle cattedrali.
