BUCAREST – Un muro per segregare i rom dal resto della popolazione. Il Municipio di Baia Mare, città nel nord della Romania a pochi chilometri dalla frontiera con l'Ucraina, usa le maniere forti contro la minoranza etnica, avviando la costruzione di una struttura di cemento alta tre metri, al costo di 30.000 Lei (oltre 7 mila euro) in grado di delimitare la zona abitata dai Rom.
"Non è razzismo – ha dichiarato il sindaco di Baia Mare, Catalin Chereches, al quotidiano Evenimentul Zilei – e non parlatemi di ghetto. In quel quartiere oltre ai rom vivono anche romeni e ungheresi. Ho preso la decisione a causa delle numerose proteste da parte degli automobilisti, che si lamentavano dei continui lanci di spazzatura dalle finestre, che provocavano danni alle auto, nonché il concreto rischio di incidenti stradali. E' facile parlare di razzismo standosene seduti in ufficio, a Bucarest. Venite qui a vedere cosa succede".
La decisione ha scatenato le reazioni delle associazioni per i diritti umani. Il Centro di risorse giuridiche, sull'altro giornale Adevarul, ha definito la costruzione del muro ''un'iniziativa razzista''.
"Le spiegazioni date dal sindaco – si sottolinea – ledono la dignità umana. L'idea di creare una zona chiusa permanentemente sorvegliata porta a un razzismo istituzionalizzato, al quale sono sottoposti i rom di Romania".
