Ikea ha licenziato due dirigenti della divisione russa dell’azienda per corruzione. I due, secondo la società, avrebbero accettato il pagamento di una mazzetta per “snellire” i tempi dell’allaccio alla corrente elettrica di un punto vendita in Russia. Secondo alcuni quotidiani dell’ex Unione Sovietica, però, c’è anche dell’altro: Ikea avrebbe messo in atto una vera azione di spionaggio checonsisteva nel raccogliere informazioni su politici e uomini d’affari russi, con l’intenzione di ricattarli e screditarli al momento opportuno.
Per Ikea, che della lotta alla corruzione ha fatto una sua bandiera, il danno di immagine è serio. Inevitabile, quindi, il licenziamento di Per Kaufmann, direttore della compagnia nell’area dell’Europa Orientale e del responsabile dell’area commerciale in Russia Stefan Gross. I due non hanno agito in prima persona ma si sono limitati ad avallare la corruzione. Una condotta che Ikea, per bocca della portavoce Camilla Meiby, ha definito “inaccettabile”.
Decisamente più inquietante la vicenda “spionaggio”. Scrive la rivista svedese Express che i dirigenti avrebbero deciso di raccogliere materiale compromettente su uomini d’affari russi da utilizzare al momento opportuno come arma di ricatto. Secondo la rivista, i dirigenti di Ikea avevano messo in piedi un sistema per “controllare le fonti di reddito e determinare le sue debolezze; costituire un fascicolo agli avvocati russi e funzionari coinvolti in alcune controversie giudiziarie; esaminare con attenzione, utilizzando le fonti della polizia e dei servizi di sicurezza, la possibilità di ricatto”.