MOSCA – I sottomarini d’attacco russi, in maggioranza nelle ultime due decadi, si aggirano nelle cose della Scandinavia, Scozia, Mar Mediterraneo e Atlantico del Nord in quello che i funzionari militari occidentali dicono sia un significativo aumento della presenza volto a contestare il dominio sottomarino di USA e NATO. L’ammiraglio Mark Ferguson, comandante capo della Marina degli Stati Uniti in Europa, ha riferito lo scorso autunno che l’intensità delle pattuglie sottomarine russe era aumentata di quasi il 50 per cento rispetto allo scorso anno, citando i commenti pubblici da parte del capo della marina russa, l’ammiraglio Viktor Chirkov. Gli analisti dicono che le cose da allora non sono cambiate.
Come riporta il New York Times, le pattuglie sono il segno più visibile di un rinnovato interesse per la guerra sottomarina da parte del presidente Vladimir Putin, il cui governo ha speso miliardi di dollari per le nuove classi di sottomarini d’attacco a diesel e propulsione nucleare, che sono più silenziosi, meglio armati e gestiti da equipaggi più abili rispetto al passato.
Le tensioni sono parte di una rivalità espansionistica e di un rafforzamento militare, con gli eco della Guerra Fredda, tra USA e Russia. Mosca sta proiettando la propria forza non solo nel nord Atlantico, ma anche in Siria e in Ucraina, e sta costruendo il suo arsenale nucleare in quello che gli americani dicono sia un tentativo per provare la sua rilevanza, dopo anni di declino economico.
Analisti dell’indipendenza militare americana vedono l’aumento della flotta sottomarina russa come una sfida agli USA e alla NATO. Ma qualunque sia la minaccia, il Pentagono sta usando l’intensificazione della flotta russa per parlare di budget più elevati da utilizzare in altri sottomarini e per tutto ciò che è necessario per la guerra anti-sommergibili.
Gli Stati Uniti hanno 53 sottomarini da attacco, tutti a propulsione nucleare, così come altri quattro sottomarini, sempre a propulsione, che trasportano missili da crociera e unità militari per operazioni speciali. In qualsiasi momento, all’incirca un terzo dei sottomarini da attacco americani è in mare, che sia di pattuglia o in addestramento, con gli altri in fase di manutenzione.
Il Pentagono sta anche sviluppando una tecnologia sofisticata per monitorare le comunicazioni criptate. I membri della NATO , tra cui Gran Bretagna , Germania e Norvegia, allo stesso tempo stanno acquistando, o comunque considerano l’acquisto, di nuovi sottomarini in risposta alla proiezione di forza del Cremlino nel Baltico e nell’Artico.