BELGRADO – La rimozione forzata oggi a Belgrado di un accampamento di alcune centinaia di rom ha provocato le critiche di alcune ong locali e di Amnesty International.
Circa 250 famiglie rom vivevano in condizioni di estrema precarieta' con una situazione igienica insopportabile nei pressi del quartiere di Belvil. Con autobus e camion sono stati trasferiti unitamente alle loro masserizie in altre zone della citta' dove saranno sistemati in una serie di container abitativi. Parte di loro verranno estradati verso localita' del sud della Serbia da dove sono originari. Nell'operazione non si sono registrati incidenti di rilievo.
Amnesty International ha accusato le autorita' cittadine di aver ordinato l'evacuazione dell'accampamento senza alcuna consultazione preliminare, provocando in vari casi una divisione delle famiglie. Accuse respinte seccamente dal sindaco di Belgrado Dragan Djilas, secondo il quale la decisione e' stata presa in primo luogo per garantire alla comunita' rom condizioni di vita piu' dignitose, l'acquisizione di regolari documenti e per consentire ai bambini rom di frequentare la scuola.
E' necessario inoltre, ha aggiunto, garantire l'ordine sociale e le regole cittadine. Anche l'ufficio dell'Ombudsman ha assicurato che nello smantellamento del campo rom di Belvil non vi e' stata alcuna violazione dei diritti umani.