Entro il mese di febbraio in Serbia verrà varata un’ordinanza che definirà la presenza dei preti ortodossi nell’esercito. Lo ha detto oggi il vescovo militare Porfirije.
In alcune dichiarazioni riportate dalla Tanjug, Porfirije ha affermato che un accordo in questo senso verrà siglato fra le forze armate e la chiesa ortodossa serba, come pure con le altre comunità religiose presenti in Serbia che avranno anch’esse diritto ad avere propri rappresentanti nell’esercito. Si calcola, ha precisato, che la chiesa ortodossa avrà nell’esercito una trentina di preti, uno ogni 500-1000 soldati. Non saranno armati né avranno responsabilità di comando, ma saranno inquadrati fra i soldati e potranno indossare sia l’uniforme che la tonaca, quest’ultima quando saranno impegnati nell’espletamento di compiti e atti inerenti il loro status di religiosi.
Porfirije ha ricordato che la Serbia fu il primo paese d’Europa a regolare lo status dei preti nell’esercito, con il Principe Milos Obrenovic nel 1839. Ora invece è tra i pochi paesi europei a non avere presti fra i soldati. Con la nuova ordinanza, ha osservato il vescovo, verrà onorato un principio democratico che vige nell’intera comunità internazionale democratica e che prevede il diritto costituzionale di ogni cittadino a praticare la propria fede.
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