MOSCA – Il leader del Cremlino Dmitri Medvedev ha minacciato licenziamenti per l'incapacita' delle autorita' locali di spegnere gli incendi che da alcuni giorni stanno bruciando 173 ettari nella Siberia orientale, con un fumo tossico che ha ridotto la visibilita' a 30 metri a Bratsk, citta' di 250 mila abitanti.
''Sono sorpreso che ne' le autorita' locali ne' quelle regionali abbiano fatto degli sforzi adeguati. Tireremo le conclusioni e prenderemo delle misure amministrative'', ha commentato Medvedev, riferisce il suo servizio stampa. Il ministro delle Situazioni di emergenza Serghiei Shoigu, in una videoconferenza, ha accusato le autorita' locali di impotenza e inazione, sostenendo che gli abitanti locali si sono rivolti al suo dicastero per chiedere aiuto. Sul posto sono impegnati oltre 1000 uomini.
Nella citta' di Bratsk, secondo il quotidiano Kommersant, la concentrazione di particelle di monossido di carbonio e' di 20 volte superiore alla norma. Una situazione che ricorda quella dell'estate 2010, quando un vasto fronte di incendi di boschi e torbiere nella Russia centrale creo' una immensa nube tossica che invase anche Mosca.