GINEVRA – Per i cattolici svizzeri la fedeltà all’interno del matrimonio “non è un valore assoluto“. Anzi, “in determinate circostanze vi scorgono anche il pericolo della falsità, dell’ipocrisia”. E’ quanto emerso dai dibattiti presinodali condotti dalla Chiesa cattolica in Svizzera sul testo dei Lineamenta inviati da Roma alle Conferenze episcopali locali in preparazione al Sinodo.
I cattolici svizzeri hanno espresso le loro opinioni “liberal” su matrimonio e famiglia e ne è venuto fuori un documento molto critico nei confronti della Chiesa con la richiesta di “apprezzare” tutti i nuovi tipi di famiglia. Oltre alla richiesta di accelerare la possibilità per i divorziati risposati di accedere ai sacramenti. Per il Sir (Servizio di Informazione Religiosa): “Il Sinodo dei vescovi e i fedeli in Svizzera continuano a condurre un dialogo tra sordi”.
La prima critica dei fedeli d’oltralpe è la “forte divergenza fra ideale e realtà” che rende poco comprensibile “il linguaggio utilizzato dai Lineamenta per descrivere le realtà familiari”. Il riferimento è soprattutto “a passi del testo ritenuti incomprensibili, offensivi, arroganti e presuntuosi”. Nel documento le risposte dei cattolici svizzeri fanno notare come le realtà familiari “vanno al di là del modello di famiglia costruito sul matrimonio sacramentale” e contemplano le famiglie “patchwork”, “monoparentali”, le famiglie di divorziati risposati, le “famiglie arcobaleno“, “i matrimoni non celebrati in chiesa”, ecc.
“Riconoscere questa realtà, e quindi apprezzarla e rispettarla senza definirla semplicemente deficitaria, irregolare, debole o ferita, è un desiderio fortemente nutrito dai fedeli nei confronti della Chiesa e del Sinodo”. Infine l’accorato invito che è anche la principale richiesta dei fedeli in Svizzera “di metter fine all’esclusione dei divorziati risposati dai sacramenti, una norma ufficiale” che i cattolici svizzeri “giudicano scandalosa”.