LUBIANA – Il pacchetto di misure di austerita', proposto dal nuovo governo di Lubiana di centro-destra per ridurre il deficit e stabilizzare le finanze pubbliche della Slovenia, prevede anche l'abolizione di due festivita' ereditate dall'epoca socialista.
Per ''far crescere il Pil nazionale fermo o in negativo da tre anni'', ha spiegato il governo , ''sara' necessario abolire le giornate festive del due gennaio e del due maggio''. Fino ad ora in Slovenia, il tradizionale primo gennaio e primo maggio, garantivano due giornate non lavorative.
La proposta del governo, in discussione in questi giorni al parlamento insieme a molte altre misure di rigore, ha suscitato un aspro dibattito. Quelli a favore dell'abolizione delle festivita' sostengono che si tratta di un retaggio dell'epoca socialista, quando era consuetudine avere molte festivita', che pero' in totale non erano troppe poiche' non erano permesse le festivita' religiose, come il Natale a la Pasqua.
I sindacati, che si oppongono fortemente a qualsiasi riduzione delle festivita', sostengono che ''i lavoratori sloveni sono esausti e lavorano molto di piu' della media europea''.
Secondo loro il ''30 per cento degli sloveni lavorano anche fino alle settanta ore alla settimana, e all'anno vengono realizzate 12 milioni di ore di straordinari, di cui una buona parte non viene pagata''.
Se la proposta sara' approvata entrera' in vigore dal 2013, cosi' che la giornata libera del 2 maggio prossimo non e' in discussione.