BRUXELLES – Le “smart drugs“, ovvero le “droghe furbe“, preoccupano l’Europa. E l’Europa corre ai ripari. Provando ad adottare in fretta e furia dei provvedimenti che servono a limitare il mercato online di queste sostanze.
Che sono le smart drugs: si tratta generalmente di sostanze psicoattive che si possono vendere su internet o negli smart shoes. Sono sostanze non etichettate come droghe, ma che hanno effetti eccitanti molto simili. La loro non regolamentazione ne consente il commercio alla luce del sole.
Ma ora, spiega Marco Zatterin su La Stampa, il consumo di queste sostanze è cresciuto a dismisura in Europa e le istituzioni hanno deciso di intervenire. Per bandire droghe e vietarne la diffusione, l’Unione Europea ha delle procedure considerate troppo lente.
Zatterin ci spiega come pensa di intervenire in questo caso:
Una procedura più rapida. Per vietare una sostanza nell’UE richiede almeno due anni. In futuro l’Unione potrà adottare decisioni entro dieci mesi. In casi particolarmente gravi, la procedura sarà ancora più breve in quanto sarà possibile ritirare immediatamente le sostanze dal mercato per il periodo di un anno. Tale disposizione permetterà di sottrarre la sostanza dalla disponibilità dei consumatori, fintanto che non sia stata completata un’approfondita valutazione dei rischi. Il sistema attuale non ammette invece misure temporanee e la Commissione non può proporre una misura restrittiva nei confronti di una sostanza prima di aver ricevuto una relazione completa sulla valutazione dei rischi.
Un sistema più proporzionato. La nuova normativa consentirà un approccio commisurato ai potenziali rischi: le sostanze che presentano un rischio moderato saranno soggette a restrizioni nel mercato dei beni di consumo mentre le sostanze che presentano un livello di rischio elevato saranno bandite da tutti i mercati. Solo nei confronti delle droghe più nocive, che comportano gravi rischi per la salute dei consumatori, saranno introdotte norme di diritto penale, come nel caso delle droghe illecite. Il sistema attuale prevede invece due sole opzioni: nessun intervento a livello dell’UE o bando totale delle sostanze dai mercati corredato di sanzioni penali. La mancanza di alternative fa sì che, attualmente, l’Unione non interviene nei confronti di alcune sostanze nocive. Con il nuovo sistema l’Unione potrà affrontare un maggior numero di casi, con misure più proporzionate, adeguando i suoi interventi in funzione dei rischi connessi e tenendo conto dei legittimi usi industriali e commerciali.
Quando? Il testo adottato oggi deve passare attraverso le forche del Parlamento europeo e del Consiglio, ovvero dei governi nazionali. L’auspicio è che questo accada entro aprile, cioè entro la fine legislatura. La stretta porterebbe così diventare operativa già entro il 2014.