SOCHI – RUSSIA. Grande fratello con 11mila telecamere e 40mila controllori invisibili. Alle Olimpiadi di Sochi il Grande fratello è ovunque, tanto da rendere quasi invisibili i poliziotti, 30 mila oltre a 10 mila militari. Tra i record di questi Giochi, infatti, oltre ai costi astronomici, c’è anche quello del numero di videocamere installate: 11 mila ‘sentinelle’ operative 24 ore su 24. Tengono sotto controllo tutto, in particolare gli obiettivi sensibili, sia nel polo di montagna che in quello costiero: trasporti, aeroporto, stazioni, tunnel, impianti energetici, impianti sportivi.
In questo modo la sorveglianza è, prima di tutto, ‘digitale’, consentendo interventi rapidi e mirati in caso di necessità. Il dispositivo di sicurezza consente, inoltre, una intercettazione praticamente sistematica di ogni comunicazione telefonica e internet: la privacy, in queste olimpiadi, è un optional. La presenza delle forze dell’ordine comunque c’è, anche se discreta, edulcorata con pattuglie a cavallo e folkloristici cosacchi o spesso mimetizzata: molti agenti indossano giacche olimpiche.
Le divise della Polizia, in ogni caso, non prevalgono su tute e abbigliamento casual. I controlli per i giornalisti sono snelli, un po’ meno quelli per gli spettatori, tanto che nei primi giorni migliaia di fan, in gran parte russi, hanno lasciato vuoti i posti: in parte, però, è anche colpa loro, essendo i russi abituati ad arrivare all’ultimo momento. Per entrare nel parco olimpico bisogna superare un percorso a ostacoli ma, se si arriva con un minimo di anticipo, non si sono problemi ad arrivare al traguardo: controlli scanner di pass o biglietti, passaggio al metal detector senza giacconi e oggetti di metallo, accensione dei telefonini, eventuale perquisizione personale o delle borse, eventuale controllo delle scarpe, salendo su un’apposita pedana. Poi si entra finalmente ‘liberi’ nel parco olimpico, pattugliato anche da cani addestrati, che hanno il privilegio di lavorare sono in turni di tre ore.