Lo scorso settembre il governo spagnolo ha autorizzato in segreto l’apertura di alcune tombe all’interno del Valle de los Caidos, il mausoleo voluto dal dittatore Francisco Franco fuori Madrid, mentre pubblicamente si mostrava contrario all’esumazione di cadaveri dal complesso, dove furono sepolte 40mila persone, riferisce il settimanale Interviù.
L’operazione è stata realizzata in gran segreto nella basilica del centro sotto la vigilanza dei medici forensi inviati dalla Moncloa, la presidenza del governo, e dei familiari dei deceduti che hanno chiesto all’Audiencia Nacional l’identificazione e la riesumazione di nove corpi.
Secondo la rivista, alle guardie giurate del luogo – aperto al pubblico e nel quale si ritrovano ogni 20 novembre i nostalgici franchisti – era stato ordinato di impedire che qualsiasi persona facesse foto alle operazioni. Secondo Interviù, il governo ha taciuto la notizia perché temeva che provocasse una valanga di richieste di esumazione e di identificazione al Dna sulle ossa dei 40 mila sepolti, un’operazione che il governo non avrebbe potuto soddisfare perché troppo costosa.
Nel Valle de los Caidos sono sepolti in due sarcofagi il dittatore Francisco Franco, morto nel 1975, e il fondatore della Falange spagnola Jose’ Antonio Primo de Rivera. Nelle pareti del mausoleo riposano però anche i resti di molti miliziani sospetitori del dittatore, ma anche di migliaia di prigionieri politici che lavorarono, e morirono, nella costruzione del Valle de los Caidos, scavato nella roccia della Sierra de Guadarrama, e di oppositori giustiziati dai franchisti, che furono portati nelle cripte dai luoghi di sepoltura – per lo più fosse comuni – di tutta la Spagna senza il consenso dei familiari.