Due mesi dopo avere vietato dal 2012 la corrida ‘spagnola’ sul territorio catalano, il parlamento regionale di Barcellona ha votato oggi a larga maggioranza per la conservazione delle corse di tori tradizionali della Catalogna, i ‘correbous’. Ogni anno, da diversi secoli, nella regione del nord della Spagna si organizzano circa 60 di queste corse con i tori, che non prevedono la morte degli animali. Sono soprattutto popolari nella zona di Tarragona e nella Valle dell’Ebro, dove quasi ogni comune le organizza in occasione della festa del santo patrono.
Il ‘si’ ai correbous è stato votato a larga maggioranza – 114 voti a favore, 14 contrari e 5 astensioni – dai deputati catalani, molti dei quali (in particolare della componente nazionalista e indipendentista) avevano approvato in luglio l’abolizione della corrida. Il partito nazionalista catalano Ciu, prima forza politica regionale, ha negato che fra i due voti ci sia stata contraddizione. ”E’ stata proibita la corrida perché c’è la morte dell’animale, una differenza radicale con i correbous”, ha spiegato il deputato regionale di Ciu Francesco Sancho.
Il capogruppo del Partido Popular (opposizione) al parlamento catalano Rafael Luna ha invece denunciato come il voto dimostri ”che il solo interesse che avevano a proibire la corrida era perché è una festa condivisa con la Spagna”. La legge sulla tutela dei correbous e’ stata approvata nell’ultima sessione del parlamento catalano, che sara’ rinnovato alle regionali del 28 novembre. La normativa regolamenta le condizioni nelle quali devono svolgersi le corse con i tori, vieta ai minori di 14 anni di parteciparvi, fissa norme di protezione degli animali e di sicurezza per gli spettatori, prevedendo multe fino 150.000 euro in caso di mancato rispetto delle regole da parte degli organizzatori.
