MADRID – E' ''la manovra più dura'' dal ritorno della democrazia in Spagna, per rientrare nell'obiettivo di riduzione del deficit dopo lo sforamento ereditato da Jose Luis Zapatero nel 2011. Il giro di vite deciso oggi dal governo Rajoy pesa 27,3 miliardi, in aggiunta ai 15, della prima manovra varata da Rajoy gia' il 30 dicembre.
Le misure più importanti sono il taglio medio del 16,9% dei bilanci dei ministeri (circa 10 miliardi di risparmi), l' aumento delle tasse sulle societa' per le imprese piu' grandi e sul tabacco (+12,3 miliardi con l'incremento dell'Irpef gia' deciso in 30 dicembre), il congelamento degli stipendi pubblici.
Le bollette di luce e gas crescono rispettivamente de 7% e del 5%. Sul modello di ''quanto fatto in Italia'', l'esecutivo spagnolo ha deciso uno scudo fiscale per il rientro dei capitali dai paradisi fiscali o dell'economia sommersa, con una tassa liberatoria del 10%. Dopo Pasqua sara' varato un piano speciale anti-frode fiscale, che dovrebbe permettere di recuperare circa 8 miliardi. E' pure previsto un aumento delle tasse sui processi, anche per ridurre la 'litigiosita' giudiziaria degli spagnoli. Il governo invece non tocca l'Iva per non incidere sui consumi e sulle futute speranze di ripresa, ne' le pensioni.
Fra i tagli piu' pesanti dei ministeri, -1,55 miliardi per le ''politiche attive per l'occupazione'' varate da Zapatero, -594 milioni per l'aiuto allo sviluppo (che cala del 47,6%), altri -381 per gli investimenti nel settore della difesa, -360 per le autostrade. I ministeri piu' colpiti sono Esteri (-54,4%), Lavori pubblici (-34,6%), Industria (-31,9%), Agricoltura e Ambiente (31,2%), Finanze (-22,9%), Educazione (-21,2%), Economia (-19). Fra i meno toccati, Interni (-4,3%), Giustizia (-6,3%), Occupazione (-7%) e Difesa (-8,8%) e Sanita (-13,7%).
