MADRID – Si allargano in Spagna le dimensioni dello scandalo dei bebe' rubati sotto il franchismo, un'altra pagina oscura del periodo della dittatura ancora non risolta, sul quale dopo decenni di silenzio la giustizia di Madrid ha iniziato a indagare quest'anno aprendo per ora 849 fascicoli.
Il giudice Baltasar Garzon, che due anni fa aveva avviato una indagine sugli scomparsi del franchismo, poi archiviata, aveva parlato di 30mila casi potenziali. Le associazioni che si dedicano alla ricerca di familiari scomparsi non escludono che il numero dei bebe' rubati possa essere 10 volte piu' alto. All'inizio, negli anni 1940-1950, fu uno strumento di repressione politica della dittatura. I bebe' venivano tolti alle madri considerati ostili al regime, repubblicane, socialiste, anarchiche, in carcere o al momento del parto, e affidati a famiglie politicamente e religiosamente 'corrette'. La pratica poi si era poi trasformata in una pratica commerciale, prolungandosi per una decina di anni anche dopo la morte del dittatore Francisco Franco nel 1975 e l'avvio della transizione democratica 'morbida' spagnola.
Il procuratore generale dello stato Candido Conde Pompido ha indicato nei giorni scorsi che la magistratura ha gia' avviato indagini su 849 casi, in 162 dei quasi sono gia' stati rilevati indizi delittuosi, mentre 38 denunce sono state archiviate. Secondo il presidente dell'associazione Anadir che riunisce centinaia di possibili vittime (genitori, figli, fratelli) dei furti di bambini, Antonio Barroso Berrocal, la Spagna e' stata per decenni una sorta di ''supermercato mondiale'' della compravendita di bebe'.
Stando ai primi dati delle investigazioni, spiega Abc, anche ''molti cittadini stranieri sono venuti in Spagna per comprare neonati in forma illegale'', Ma il traffico di bebe' si e' sviluppato soprattutto all'interno delle frontiere del paese, con la complicita' di medici, infermiere, suore, levatrici. In molti casi, spiega Barroso, ''i compratori venivano ingannati, dicendo loro che pagavano spese mediche, o che i bimbi erano figli abbandonati, di prostitute o di tossicomani''.
La tattica piu' frequente era annunciare alla madre dopo il parto che il figlio era morto, indicando un luogo di sepoltura fittizio.
Le donne vittime del macabro imbroglio erano spesso socialmente, economicamente o psicologicamente deboli, meno in grado di reagire. Molti i casi citati dai giornali. Come quello di Dolores Diaz Cerpa, che nel 1973 partori' due gemelli: ma i medici le dissero che solo uno era sopravvissuto. O dello stesso Barroso, 42 anni, cui un amico ha rivelato solo due anni fa che entrambi erano figli adottivi. La donna che considerava sua madre gli ha allora confessato di averlo ''comprato'' ad una suora.
Centinaia di presunti familiari di bimbi rubati hanno donato campioni di Dna, ora conservati in una banca dati presso l'Istituto nazionale di tossicologia, per contribuire alle ricerche della procura. A Cadice i magistrati negli ultimi giorni hanno ordinato le prime esumazioni nel cimitero di Linea de la Concepcion per verificare se vi erano effettivamente sepolti dei neonati, come affermato dai medici alle madri. I casi risolti col ritrovamento di figli o fratelli 'rubati' sono ancora pochi.
Ma, spiega Maria Luisa Rodriguez, che ritiene le sia stato 'rubato' un figlio nel 1976 all'ospedale di Malaga, sotto il franchismo ''semplicemente non si poteva contestare quanto ti diceva una 'autorita'' ''.
