MADRID – La tangentopoli spagnola rischia di diventare un macigno eccessivo per le spalle del premier Mariano Rajoy. L’accusa è quella di aver intascato tangenti da imprenditori spagnoli con il tramite dell’ex tesoriere del suo partito.
Secondo il racconto di Luis Barcenas (l’equivalente di un Luigi Lusi iberico) ai magistrati avrebbe consegnato contanti nel 2008, 2009 e 2010 all’attuale premier Mariano Rajoy e alla numero due del partito, la segretaria generale Maria Dolores de Cospedal.
Barcenas avrebbe ammesso inoltre davanti al giudice istruttore dell’Audiencia Nacional, Pablo Ruz, di essere l’autore della contabilità in nero del Partido Popular durante 20 anni e che i documenti rivelati lo scorso 31 gennaio da El Pais sui conti segreti sono scritti di suo pugno. Sempre secondo le stesse fonti citate dai media spagnoli, al magistrato l’ex tesoriere avrebbe consegnato una pen-drive con la contabilità occulta e il resto di quella manoscritta.
Nella fattispecie Barcenas ha detto di aver versato a marzo 2010 25.000 euro a Rajoy, e altrettanti al segreterio generale Maria Dolores de Cospedal. Secondo fonti dell’accusa, citate dai media, l’ex senatore consegnò personalmente le somme in banconote da 500 euro in buste marroni.
L’opposizione socialista chiede le dimissioni del premier Rajoy ma lui ha detto chiaramente di voler rimanere al suo posto. “Dico solo che la Spagna sta riuscendo a uscire dalla crisi. Difenderò la stabilità politica. Se altri vogliono giocare ad altro, è loro responsabilità”.
“Gli sms pubblicati ieri non ratificano altro che le istituzioni non si sottomettono a nessun ricatto e che continueranno ad agire con assoluta indipendenza. E mi rimetto alle prove”, ha aggiunto Rajoy dopo una settimana di silenzio. Parlando durante una con conferenza stampa con il presidente polacco, ricevuto alla Moncloa, il premier del PP si è rimesso a quanto dichiarato lo scorso 3 febbraio in “un’ampia audizione pubblica” e a quanto argomentato “lungamente” nel successivo dibattito sullo stato della Nazione. “Non si può chiedere a un presidente del governo di smentire ogni giorno quanto viene pubblicato”, ha aggiunto. “Tuttavia, parlerò degli sms”, ha setto sottolineando che “l’unica cosa che ratificano è che lo Stato di diritto non si sottomette a ricatti”. Quanto alle trattative in corso fra i partiti dell’opposizione su un’eventuale mozione di censura, Rajoy ha rilevato: “L’opposizione è libera di valutare come più ritenga conveniente. Dico solo che la Spagna sta riuscendo a uscire dalla crisi. Difenderò la stabilità politica, se altri vogliono giocare ad altro, la responsabilità è loro”, ha aggiunto.