Una buona notizia per i romani: secondo uno studio europeo, a Roma i trasporti funzionano

Trasporti pubblici a Roma

A Roma i trasporti funzionano. O almeno è quello che dice un’indagine condotta da EuroTest (the European consumer protection test programme), un consorzio di automobile club di 15 Paesi. Uno studio articolato condotto tra ottobre e dicembre 2009 fotografa la situazione in 23 città europee, considerando diversi criteri di valutazione. Tra questi: i tempi di percorrenza, la copertura oraria del servizio, i cambi, ma anche l’accessibilità a bordo, la presenza di parcheggi vicini per auto e bici. E ancora: il costo del viaggio e la varietà di tariffe. Per ogni città sono state considerate 31 fermate e decine di collegamenti di bus, tram e treni, verso l’aeroporto, all’interno e verso il centro, in più fasce orarie (dal picco di traffico alla massima viabilità).

Monaco risulta essere la capitale dei trasporti pubblici in Europa. Lì sì che si può lasciare l’auto a casa, e prendere i mezzi. Più veloci della media europea, economici per spostamenti brevi. I pendolari possono portare la bici sul treno o sulla metro, e lasciarla all’arrivo. E non si rischia di perdere la corsa del bus o finire all’altro capo della città perché la segnaletica non c’è o, peggio, ti depista. Ci possono salire tutti perché sono attrezzati anche per i portatori di handicap. All’opposto, Zagabria ha un servizio pessimo. L’aeroporto si raggiunge solo in bus, in città il tram è così lento che un maratoneta non professionista potrebbe facilmente superarlo.

Comunque, se le cose non vanno male, potrebbero andare meglio. Soprattutto in tema di informazione ai passeggeri. Dovrebbero essere più chiare, visibili e comprensibili. «Un trasporto efficiente con buone interconnessioni è essenziale per convincere le persone a lasciare l’auto a casa», ha chiarito Wil Botman, direttore generale Fia European Bureau.

Il tema è cruciale per decongestionare il traffico, ridurre le emissioni inquinanti, migliorare la sicurezza stradale e la qualità della vita di tutti. Ogni città ha da imparare dalle altre. È una questione di dare e avere, anche nel servizio: equilibrio raggiunto a Vienna dove i passeggeri sono così affezionati alle loro linee da chiamarle con il diminutivo “wili”. Praga è la più economica: un abbonamento mensile costa 20 euro. In due hanno fallito la prova: oltre a Zagabria, Lubiana.

Una buona rete di trasporto pubblico ce l’hanno in 11 e, tra queste, Roma con Barcellona e Copenaghen. Sono accettabili i servizi di 9 città. Londra, ad esempio, dove la rete della metropolitana è molto ampia, all’aeroporto si arriva in fretta ma spostarsi in città è troppo oneroso.

A Parigi conviene il carnet da 10 biglietti, le linee sono ben segnalate ma se si chiede un’informazione ai desk non sempre rispondono in inglese. Madrid: nessuna mappa delle linee sui bus, collegamenti per l’aeroporto lenti ma in città efficienti e veloci. Roma ha diversi punti a suo favore che le fanno scalare la classifica: diverse offerte per i biglietti, prezzi bassi, tante fermate e attenzione ai turisti. Quanto ai nei: troppo tempo per raggiungere il centro, poche informazioni su tariffe, orari di partenza e tempi di viaggio. E, poi, i mezzi pubblici non sono per tutti: disabili, anziani e donne incinte sono spesso costretti a viaggiare in piedi.

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