SONDRIO – Una frana di grosse proporzioni si è staccata al confine tra Svizzera e Italia in Val Bondasca per le forti piogge della notte tra 31 agosto e 1° settembre. Il paese di Bondo, in Svizzera, è stato in gran parte sgomberato e la strada che porta al confine è interrotta e migliaia di frontalieri sono rimasti bloccati.
La grossa frana si è staccata la mattina di venerdì in Val Bondasca, nel territorio svizzero di Bregaglia, a pochissimi chilometri dal confine con l’italiana Villa di Chiavenna, nella provincia di Sondrio. Seri disagi per migliaia di frontalieri che lavorano in alberghi, ristoranti e cantieri edili in Svizzera per la strada che è interrotta e paura per i residenti che sono stati costretti a lasciare le loro case.
Le frane cadute nella notte e in mattinata hanno riacceso l’allarme scattato un paio di settimane fa, quando un grosso smottamento sempre nel territorio di Bregaglia (Svizzera) aveva costretto le autorità elvetiche a emettere provvedimenti di sgombero di abitazioni con un bilancio di oltre 100 sfollati.
I problemi si ripetono ora, in conseguenza dei nubifragi della notte, così da rendere ancora instabile il pizzo Cengalo, dal quale potrebbero precipitare a valle altri due milioni di metri cubi di detriti. La paura cresce anche nella vicina Valchiavenna e i disagi sono notevoli per i circa 6 mila frontalieri che ogni giorno devono raggiungere St Moritz e le altre località svizzere per lavorare in alberghi, ristoranti, bar, cantieri edili. Sono provenienti, in particolare, dalle province di Sondrio e Como e già oggi essendo chiusa la via d’accesso alla Svizzera sono stati costretti ad effettuare percorsi più lunghi.
In poco tempo, oggi, il bacino di continenza ai piedi del Cengalo, si è riempito e si teme possa esserci una tracimazione in caso di nuovi smottamenti. Le autorità elvetiche, nelle ultime ore, stanno valutando di provvedere a nuove evacuazioni. In Valchiavenna, al momento, non ci sono sgomberi, ma la guardia dei sindaci di Villa di Chiavenna, Piuro e Chiavenna resta alta.