LONDRA – Per far entrare un po’ di soldi nelle casse dello Stato, la Gran Bretagna introdurrà la “boob tax”, ovvero una tassa aggiuntiva sulle operazioni di chirurgia estetica. Un aggiunta di 20% di Iva che farà balzare i prezzi dei “ritocchini” anche di mille sterline in più. Come scampare a questa sovrattassa? L’unico modo è dimostrare che l’operazione in questione ha ragione mediche.
La “boob tax” non è ancora realtà ma lo potrebbe diventare presto. Tutto dipenderà dal fatto se il parlamento approverà la proposta della “HM Revenue & Customs”, ovvero l’Agenzia delle Entrate britannica. Un esempio di come aumenteranno i prezzi con questa tassa? L’operazione di mastoplastica additiva, la più popolare fra quelle eseguite dai chirurghi d’Oltremanica, passerebbe da 5 a 6mila sterline. Una mossa che permetterebbe al governo Cameron di raccogliere 500 milioni di sterline l’anno.
Ovviamente chirurgi plastici e pazienti sono sul piede di guerra. “Siamo tutti in subbuglio per questa proposta – ha commentato il chirurgo plastico Douglas McGeorge, ex presidente della BAAPS – che permetterà all’HMRC di raccogliere un sacco di soldi. Ma come si fa a tassare un’operazione come ad esempio la correzione delle orecchie a sventola fatta magari ad un ragazzino per evitare che venga preso in giro dai compagni e sviluppi così problemi psicologici?”.
Ma l’HMRC difende la “boob tax”, sostenendo che si tratta semplicemente della chiarificazione di una norma precedente e contenuta in un documento del 2007 che stabiliva che “la chirurgia estetica può essere tassata con l’IVA, anche se ogni caso va discusso singolarmente”.