BRUXELLES – La Commissione europea mantiene la pressione su Italia e Francia e non si accontenta dei progressi fatti con il solo avvio dei lavori del tunnel della Maddalena. Se Roma e Parigi non vogliono dire addio ai 671 milioni di euro destinati dall'Unione europea alla Torino-Lione, devono essere rispettate tutte le condizioni, compreso l'accordo sulla ripartizione finanziaria dei costi che deve essere messo nero su bianco in una nuova intesa bilaterale.
Gli occhi sono dunque puntati sul prossimo 6 luglio, giorno in cui è stata fissata una riunione interministeriale tra i due Paesi. Ma ancora prima di quella data, Bruxelles intende avere la dimostrazione di ''una volontà politica chiara''.
La Commissione, ha ribadito Helen Kearns, portavoce del commissario Ue ai Trasporti, Siim Kallas, si aspetta che ci siano dei reali progressi da qui al 30 giugno su tutte le tre condizioni: l'avvio dei lavori del tunnel, l'approvazione del progetto preliminare, e il nuovo accordo tra Italia e Francia.
Dopo l'invio della lettera-ultimatum della settimana scorsa a firma di Kallas, il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli già ieri sera ha fatto recapitare a Bruxelles una risposta in cui indica la tabella di marcia dell'Italia. I lavori sono partiti e il prossimo Cipe esaminerà il progetto preliminare.
E' invece ancora oggetto di esame tra i due Paesi l'intesa sul riequilibrio dei costi che potrebbe essere formalizzata solo la prossima settimana. Resta da vedere quindi se la Commissione sarà disponibile ad una, sia pure breve, dilazione nei tempi.
I contenuti della lettera inviata dall'Italia a Bruxelles sono ''attualmente oggetto di analisi da parte dei servizi della Commissione'', si è limitata a dire la portavoce di Kallas, precisando che ''è presto per procedere a una valutazione''.
''Abbiamo visto che qualcosa si muove. Per noi è importante che le cose vadano avanti'', aveva già in precedenza sottolineato Kearns, restando però ferma sulla necessità di ottenere da Italia e Francia ''una chiara volontà politica'' sulla realizzazione dell'opera.
Il ritornello di Bruxelles ormai è sempre lo stesso: in febbraio i ministri italiano e francese si sono impegnati con la Commissione a rispettare le tre condizioni e la parola data deve essere mantenuta.
Già nell'ottobre scorso, al momento dell'ultima revisione del programma per le reti transeuropee di trasporto, Bruxelles aveva concesso più tempo per impegnare i fondi comunitari assegnati. Ma ora non sembra più disposta a accettare nuovi rinvii.