E’ stato l’incrocio dei dati fatto dalla Tnt, la compagnia di spedizione della merce, sui documenti di viaggio che accompagnavano i pacchi-bomba spediti da Atene a ministeri greci, alla cancelliera tedesca Angela Merkel e al presidente del consiglio italiano Silvio Berlusconi a far scattare l’allarme. Una valutazione suggerita anche dal fatto che la Tnt non aveva mai lavorato prima col corriere che le aveva affidato i plichi, la greca Acs, e dunque non ne erano note le garanzie.
Questo fatto, unito a mittente e alla personalità del destinatario, hanno fatto scattare il codice di emergenza. Lo si apprende da fonti investigative, secondo le quali i diversi pacchi sarebbero della stessa matrice e avrebbero contenuto polvere pirica, quella usata per i normali fuochi d’artificio, che ha una particolarità: può essere trasportata senza pericolo che si inneschi spontaneamente, ma solo se fatta esplodere volontariamente.
L’aereo partito da Atene e diretto a Parigi conteneva un involucro ufficialmente pieno di libri diretti a Berlusconi. Immediatamente è stato deciso di farlo atterrare il prima possibile ed è stata scelta Bologna anziché Roma per il numero esiguo di voli residui e per i minori disagi che si sarebbero creati al traffico aereo: solo tre-quattro voli sono stati dirottati su Verona, null’altro. Il pacco è stato estratto dal velivolo, parcheggiato in un piazzale di sicurezza in fondo alla pista, alla presenza del Pm di turno Enrico Cieri.
Gli artificieri lo hanno aperto, riuscendo a estrarre alcuni tomi: uno di questi, contenente polvere pirica, si è incendiato, senza danni per nessuno. Il pacco, in effetti, non aveva un potere esplodente forte, ma avrebbe potuto provocare ustioni e danni al volto e agli occhi di chi lo avesse aperto senza protezioni. Ora il materiale, per altro danneggiato dalla pioggia battente caduta durante le operazioni degli artificieri, è stato affidato alla polizia scientifica. La procura disporrà accertamenti merceologici.