Incinta, al sesto mese di gravidanza, in fuga dall’Ucraina, guida per venti ore per raggiungere l’Italia, più precisamente Foligno, in Umbria.
Incinta dall’Ucraina a Foligno per partorire
A mettersi al volante e percorre più di 1.700 chilometri, quelli che separano la città di Ivano-Frankivs’k dalla provincia umbra era stata nelle ore successive all’invasione russa, Uliana Pavelik, 33 anni e già mamma di Sofia di 10, anche lei arrivata in Italia.
“A ripensarci oggi – ha raccontato all’Ansa Uliana, medico gastroenterologo – essermi messa al volante della mia piccola auto, assieme alla mia figlia e con Maxim nella pancia è stato un atto quasi eroico e folle, ma avevo il dovere di far nascere mio figlio in un posto sicuro. Per altro – aggiunge sorridendo – ho iniziato a guidare soltanto un anno fa”.
Uliana, medico, dall’Ucraina all’Umbria per partorire in un posto sicuro
Ma adesso Uliana ha un solo desiderio. “Tornare quanto prima in Ucraina, perché Maxim deve conoscere il suo papà Igor” afferma. “Appena saranno pronti tutti i documenti per far uscire dall’Italia il bimbo – racconta Uliana – ripartiremo verso la nostra casa, anche se nel viaggio di ritorno non guiderò io, ma cercherò qualcuno che mi possa accompagnare. Questa volta con me non c’è solo Sofia, ma anche un neonato a cui badare”.
“Se ho paura ritornare nella guerra? Sì – risponde la donna -, la preoccupazione c’è, ma è più forte il desiderio di tornare da mio marito e dalla mia famiglia. Posso solo sperare che il conflitto finisca presto”.
Dall’Ucraina a Foligno per partorire: “Ma spero di tornare a casa”
Uliana pensando al futuro, immagina anche a quando racconterà di tutto questo a Maxim. “Gli spiegherò tutto – dice – a iniziare dal fatto che per un errore di trascrizione lui si chiama Massimo e quindi porta un nome italiano, ma soprattutto gli racconterò di tutte quelle persone che qui in Italia ci hanno aiutato, a iniziare dal personale sanitario che l’ha fatto nascere. Una dedica speciale la voglio dedicare proprio ai medici, agli infermieri di questa città che sono stati eccezionali. Pensi – tiene a sottolineare – una ginecologa per aiutarmi a partorire aveva imparato anche alcune parole in ucraino, una cosa che non dimenticherò mai”.