Ue: “Acea, Iride e A2A restituiscano gli aiuti presi dallo Stato”

LUSSEMBURGO – A2A, Acea, Iride e Aceagas incassano l’ennesima sconfitta nella battaglia pluriennale ingaggiata con le istituzioni europee per sfuggire alla decisione con la quale la Commissione Ue le ha condannate a restituire gli aiuti di Stato ricevuti negli anni ’90.

La Corte di giustizia Ue ha giudicato ”irricevibili” e quindi ”respinte” le impugnazioni riguardanti precedenti sentente con cui il Tribunale di primo grado della Corte Ue aveva confermato la validita’ dellA decisione della Commissione Ue.

Secondo l’esecutivo europeo, tra il 1994 e il 1998 le societa’ al centro della vicenda (Asm Brescia ora A2A, Acea, Aem, Amga ora Iride e Aceagas) hanno beneficiato di prestiti a tasso agevolato concessi dalla Cassa depositi e prestiti, di esenzioni fiscali sui conferimenti e di un’esenzione totale triennale da Irpeg e Ilor. Tutte misure considerate da Bruxelles come aiuti di Stato, in contrasto con le regole europee sulla concorrenza. Il 5 giugno del 2002 la Commissione aveva quindi chiesto che il governo provvedesse a recuperare tutti gli aiuti indebitamente concessi a queste aziende.

Sulla vicenda, nel giugno 2006 era poi gia’ intervenuta la Corte di giustizia sentenziando, in base a un ricorso presentato da Bruxelles, che l’Italia era risultata inadempiente poiche’ non aveva fino a quel momento provveduto a dare attuazione alla decisione di Bruxelles. Successivamente, come reso noto dall’allora ministro per le politiche comunitarie Andrea Ronchi, lo Stato aveva provveduto a recuperare ben 440 milioni di euro di aiuti dalle ex municipalizzate piu’ grandi e quotate in borsa.

Ma nell’ottobre del 2010 la Commissione aveva presentato un nuovo ricorso alla Corte di giustizia perche’ mancavano ancora all’appello il recupero di alcune decine di milioni di euro.

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