Moglie e marito di diversa nazionalità potranno divorziare con più facilità. Lo ha deciso l’Unione europea consentendo alle coppie in fase di separazione di poter decidere quale legge nazionale applicare al loro caso. A sancirlo i ministri della giustizia dei 27, ma la norma sarà applicata solo a 12 Paesi, tra cui l’Italia, ovvero quelli che hanno chiesto di poter procedere anche senza l’unanimità della Ue su un tema spinoso come quello dei divorzi. Con lo scopo di semplificare le procedure.
I ministri hanno quindi dato il via libera alla prima cooperazione rafforzata della storia dell’Unione, prevista dal Trattato di Lisbona. Ovvero, data l’impossibilità di trovare una posizione comune sulla questione delle separazioni dei coniugi – le leggi sui divorzi in Europa sono molto diverse -, alcuni Stati hanno chiesto di andare avanti da soli, per semplificare la vita alle coppie di diverse nazionalità che vogliono mettere fine al proprio matrimonio.
Il criterio di fondo della cooperazione approvata oggi è che i coniugi possono scegliere di comune accordo la legge applicabile, che di norma dovrebbe essere quella del Paese con il quale i due coniugi hanno un legame (ad esempio, residenza abituale o nazionalità). In caso di disaccordo, la legge applicabile sarà determinata secondo una gerarchia di criteri ulteriori (residenza abituale comune, ultima residenza abituale comune, nazionalità comune, legge della giurisdizione adita).
Lo scopo è fornire ai coniugi di nazionalità diversa uno strumento che consenta loro di conoscere in anticipo quale sarà la normativa applicabile alla separazione. Per evitare, in una materia così sensibile per i diritti della persona, la ‘corsa al tribunale’ che può andare a scapito del coniuge più debole. Sono 12 i Paesi – Italia, Austria, Bulgaria, Francia, Ungheria, Lussemburgo, Romania, Slovenia, Spagna, Germania, Belgio e Lettonia – che hanno deciso di andare più avanti rispetto agli altri su un terreno che riguarda una fetta importante della popolazione europea. Il 20% dei divorzi nella Ue avviene infatti tra persone di due diversi Stati membri.
E nella Ue le legislazioni sui divorzi sono alquanto differenti: si va da Malta, in cui non esiste, alla Svezia, in cui per dire addio al matrimonio basta andare in comune. Sulla decisione di oggi deve ora esprimersi il Parlamento Ue nella prossima sessione plenaria, ma la commissione giuridica si era già espressa a favore. Nel frattempo la pattuglia di Paesi aderenti alla prima cooperazione rafforzata Ue potrebbe arricchirsi anche di Cipro e Portogallo.