Divorzi cross-border più facili in 14 paesi dell’Unione europea, tra cui l’Italia: il Consiglio europeo ha infatti autorizzato gli Stati membri che ne hanno fatto richiesta ad accelerare l’adozione delle norme che consentono alle coppie composte da cittadini di due diverse nazionalità dell’Unione, oppure che hanno la stessa nazionalità ma vivono in un altro Paese, di scegliere la legge nazionale da applicare al divorzio.
E’ la prima volta nella storia dell’Unione europea che si applica la cooperazione rafforzata, ossia quel meccanismo che permette a un gruppo di almeno nove Paesi di attuare delle misure, se tutti i 27 Stati dell’Ue non hanno ancora raggiunto un accordo. Il processo per avviare la procedura di cooperazione rafforzata può ora iniziare. I 14 paesi partecipanti (con Italia anche Austria, Belgio, Bulgaria, Francia, Germania, Lettonia, Lussemburgo, Malta, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna e Ungheria) dovranno negoziare e votare la proposta della Commissione sul regolamento che precisa quali norme si applicano in caso di divorzio internazionale.
Le regole dovranno quindi essere approvate all’unanimità dai 14 Paesi partecipanti, che dovranno consultare il Parlamento europeo prima che il regolamento possa entrare in vigore. La proposta mira a tutelare il coniuge più debole nei procedimenti di divorzio. Le coppie internazionali potranno scegliere di comune accordo la legge da applicare al divorzio e alla separazione. In mancanza di accordo delle parti, le autorità giurisdizionali disporranno di una formula comune per determinare la norma applicabile.
Tutto questo, ad avviso dell’eurogoverno, aumenterà la certezza del diritto, la prevedibilità e la flessibilità e aiuterà a tutelare i coniugi e i figli contro procedimenti complicati, lenti e dolorosi. Secondo gli ultimi dati disponibili, relativi al 2007, su oltre un milione di divorzi, 140 mila sono stati cross-border.