Uno dei legali dei militari britannici coinvolti nell’inchiesta sul Bloody Sunday ha escluso che il rapporto sul massacro compiuto nell’Ulster 38 anni fa apra la via ad azioni giudiziarie. Richiesto di un parere sull’eventualità che i soldati siano perseguiti, dopo la pubblicazione del rapporto, l’avvocato Stephen Pollard ha risposto: “No”. Nel suo rapporto, il presidente della commissione d’inchiesta, Lord Mark Saville, non ha raccomandato azioni giudiziarie. La procura di Belfast, dal canto suo, si è limitata ad assicurare che avrebbe esaminato “al più presto le conclusioni” del rapporto.
L’avvocato ha peraltro accusato il giudice Saville di aver fornito un quadro parziale degli eventi. “Ha selezionato le prove. Penso che sia stato sottoposto a pressioni molto forti dopo 12 anni e 191 milioni di sterline (spese) per produrre un rapporto che ha fornito conclusioni molto chiare anche se, in realtà , non c’erano prove per suffragarle”, ha detto Pollard.
Il primo ministro David Cameron ha presentato lunedì scuse solenni ai familiari dei manifestanti cattolici abbattuti il 30 gennaio 1972 da paracadutisti a Londonderry. Delle 14 vittime, 13 sono state uccise durante una marcia pacifista e l’altra è morta mesi dopo.
