BUDAPEST – L'ungherese Sandor Kepiro (97 anni), ritenuto uno degli ultimi criminali di guerra nazisti ancora in vita, e' stato assolto oggi da un Tribunale di Budapest dall'accusa di coinvolgimento in crimini di guerra commessi in Serbia nel 1942.
Kepiro era accusato di crimini contro civili serbi e ebrei nell'ambito della strage compiuta a Novi Sad, in Serbia, nel gennaio 1942, quando, dopo l'invasione della Serbia da parte della Wehrmacht nazista appoggiata dell'esercito ungherese, militari e gendarmi ungheresi trucidarono migliaia di civili serbi, ebrei e partigiani. Al massacro di Novi Sad presero parte circa 200 pattuglie, di 10-12 persone l'una. Kepiro era al commando di una di queste ed era accusato in particolare dell'uccisione di 36 persone. Il procuratore Zsolt Falvai, nell'atto di accusa, ha imputato a Kepiro di aver inoltrato, il 23 gennaio 1942, ai suoi subordinati un ordine di strage contro decine di civili, serbi ed ebrei. Kepiro aveva ordinato di mettere su un camion queste persone, sapendo bene che la loro sorte sarebbe stata la fucilazione sul bordo del Danubio. Il comportamento di Kepiro, provato con testimonianze durante le udienze del processo, conferma secondo l'accusa gli estremi del crimine di guerra, per cui il procuratore aveva chiesto una condanna detentiva. La Procura ungherese, per formulare l'imputazione, aveva ricevuto un contributo prezioso da parte delle autorita' serbe. Kepiro, da parte sua, ha negato ogni responsabilita', e nel corso del processo ha ripetutamente affermato che non vi e' stata alcuna strage, e che lui e' innocente. La difesa si e' basata sul fatto che i responsabili del massacro di Novi Sad, fra i quali lo stesso Kepiro, furono condannati e giudicati gia' nel 1944 dalla stessa giustizia militare del regime filo-nazista ungherese di Miklos Horthy, che defini' un eccesso l'azione. In quell'occasione a Kepiro erano stati inflitti dieci anni di reclisione. Piu' tardi tuttavia, lo stesso Horthy, in qualita' di capo dello stato, aveva cancellato tale verdetto. Nell'ordinamento giuridico ungherese, nessuno puo' essere giudicato due volte per lo stesso reato. Il giudice Bela Varga ha accettato questa argomentazione. La motivazione della sentenza verra' enunciata in dettaglio nelle prossime ore, e la sua lettura si protrarra' probabilmente fino a domani. Probabilmente la procura fara' appello.