BERLINO, 04 LUG – Nel processo d'appello contro il vescovo negazionista Richard Williamson, che si e' aperto stamattina presso la corte di Regensburg, in Baviera, la procura ha chiesto una condanna a una pena pecuniaria di dodicimila euro. Gli avvocati difensori hanno invece invocato l'assoluzione per il loro assistito, che in un'intervista trasmessa nel gennaio del 2009 dalla televisione svedese SVT aveva messo in dubbio l'esistenza delle camere a gas nei campi di concentramento nazisti. Il giudizio della corte per il processo d'appello e' atteso per lunedi' prossimo.
Le esternazioni del vescovo lefebvriano della Fraternita' sacerdotale San Pio X avevano provocato, due anni fa, la piu' grave crisi del pontificato di Benedetto XVI. Proprio a gennaio del 2009, quando fu trasmessa l'intervista incriminata, il Papa tedesco aveva infatti accordato la revoca della scomunica, che gravava su Williamson dal 1988, da quando cioe' fu ordinato vescovo da Marcel Lefebvre contro il volere del Papa. Per la revoca della scomunica Benedetto XVI era stato criticato duramente.
Il Papa – che dal 22 al 25 settembre sara' in Germania per una visita pastorale – si era difeso affermando che non avrebbe mai revocato la scomunica se avesse saputo delle considerazioni di Williamson sull'olocausto.
In primo grado il vescovo settantunenne era stato condannato a una pena pecuniaria di diecimila euro. Stamani, all'apertura del procedimento d'appello, Williamson non si e' presentato in aula. Il settantunenne membro della Fraternità sacerdotale San Pio X si è limitato a far leggere ai suoi avvocati una memoria in cui si dichiara innocente. Williamson ha scritto di essere stato messo in difficolta' da ''domande insidiose'' quando rispose ai giornalisti svedesi. Gli autori del servizio gli avrebbero inoltre garantito che le sue parole sarebbero state trasmesse solo in Svezia, e non in internet. Girata nel 2008 a Zaitzkofen, in Baviera, l'intervista era stata trasmessa dalla svedese SVT nel gennaio del 2009 ed era poi finita in rete. Un servizio sull'intera vicenda fu poi pubblicato dal settimanale tedesco der Spiegel. Nelle dichiarazioni 'incriminate, 'il vescovo lefebvriano dichiarava: ''Non credo ci siano state camere a gas'' e ''Non credo che sei milioni di tedeschi siano stati uccisi col gas in Germania''.