Costerà caro alle compagnie aeree il divieto di volo imposto dalla nube sprigionata dal vulcano islandese: secondo le prime stime dell’Associazione europea compagnie aeree (Aea), che associa 36 tra i principali vettori europei, le perdite potrebbero ammontare ad oltre 100 milioni di euro al giorno.
“Non è facile dare cifre precise sulle perdite, ma possiamo ricavare i primi dati considerando quale sarebbe stato il giro d’affari previsto – ha detto David Henderson, portavoce dell’Aea – In un giorno normale di aprile il fatturato dei nostri associati sarebbe stato di circa 200 milioni di euro al giorno. Ieri, sono stati cancellati il 17,5% dei voli, ma oggi la cancellazione riguarda il 60% dei voli interno all’Europa. I danni quindi sono consistenti”. A pesare sulla ‘bolletta’ finale delle compagnie aeree sono anche i costi affrontati per garantire l’assistenza ai passeggeri bloccati negli aeroporti, in particolare per gli hotel. L’Aea non ha previsioni su quanto potrà durare la situazione di emergenza: “Domani pomeriggio la nube dovrebbe arrivare sul nord Italia e sulla Svizzera. Bisogna però vedere quale concentrazione manterrà “, ha detto Henderson.
I disagi vanno dall’est all’ovest dell’Europa. A Kalingrad l’aeroporto nell’enclave baltica di Kaliningrad è chiuso, almeno una decina di voli europei sono stati cancellati allo scalo di San Pietroburgo. Il servizio meteo russo ha precisato che lo spazio aereo sopra la capitale non è interessato dall’evento ma alcuni voli sono stati cancellati comunque, tra cui il Roma-Mosca notturno dell’Alitalia.
In Gran Bretagna la situazione è allarmante. Secondo il Times, se il caos negli aeroporti britannici causato dalla cenere vulcanica dovesse continuare per tutto il fine settimana le linee aeree del Regno potrebbero perdere fino a 100 milioni di sterline. Il giornale britannico sottolinea che se il blocco dovesse restare in vigore per tutto il weekend, anche l’economia generale del paese sarà fortemente scossa, in quanto turisti, uomini d’affari e aerei destinati al trasporto di merci non potranno entrare in Gran Bretagna.
Fino ad ora è stata Ryanair la linea aerea che ha risentito maggiormente dell’eruzione del vulcano Eyjafjallajokull, con una perdita di 70 milioni di sterline del suo valore di mercato. La British Airways, che ieri ha cancellato centinaia di voli, ha visto il suo valore in borsa scendere di sole 4,5 milioni di sterline, ma tutte le sue potenziali perdite complessive non sono ancora state calcolate. In passato simili interruzioni dei voli provocati dalla nebbia sono costati alla linea aerea fino a 20 milioni di sterline al giorno. A detta del Times, per la British Airways questo disastro naturale “proprio non ci voleva”, considerando che ha già perso 45 milioni di sterline nel recente sciopero del suo personale di volo. Anche la linea low cost Easyjet è stata scossa dall’irruzione vulcanica, e fino ad ora ha perso 5,6 milioni del suo valore di mercato. Secondo Steve Bonds, professore alla City University di Londra, l’effetto sull’economia generale del paese – come anche sulla vita delle persone e sulle merci che raggiungono l’isola – é più difficile da calcolare. Bonds stima che però, se il blocco dovesse persistere, la Gran Bretagna la pagherà cara: “Questa eruzione avrà un notevole impatto su molti aspetti della nostra vita, dai ritardi nei servizi postali, alla mancanza di fragole nei supermercati”.