Wikileaks, Assange racconta il carcere: “Ricevevo minacce ogni giorno”

Julian Assange

Le condizioni di detenzione nel carcere britannico di Wandsworth sono state ”molto dure”, racconta il fondatore di Wikileaks Julian Assange in una intervista oggi a El Pais. L’australiano, che è stato detenuto perché accusato di reati sessuali in Svezia, ha detto di essere stato rinchiuso in cella di isolamento ”per il pericolo che qualcuno mi attaccasse o mi uccidesse”.

Nell’ala Onslaw del carcere britannico c’era ”gente che è stata condannata per delitti sessuali, l’assassinio di bambini”. ”C’erano, racconta, pedofili impazziti che gridavano tutta la notte i loro crimini”. Assange dice di ricevere in continuazione minacce di morte. ”La maggior parte provengono da membri delle forze armate Usa”.

Assange racconta anche di aver perso un dente in carcere, mangiando un piatto di riso con i fagioli, nel quale si trovava qualcosa di metallico: ”Non so se era stato messo lì apposta o se fu solo un incidente”. In cella di isolamento aveva messo il dente in un pezzo di carta prima di essere autorizzato a uscire per il ‘turno d’aria’. Al rientro in cella non c’era più.

”Non volevano ci fosse alcuna prova che un episodio del genere si fosse prodotto”. Il sistema in carcere era ”molto soviet”, dice il fondatore di Wikileaks, molto burocratico: per fare una telefonata bisognava avviare una procedura, spiega, che durava una eternità. Delle accuse di abusi sessuali che gli vengono mosse in Svezia da due donne, Assange dice che ”non c’è nulla di cui qualsiasi persona ragionevole potrebbe dire che si tratti di stupro”. ”Non ho mai avuto una relazione sessuale con qualcuno – aggiunge – senza il suo consenso”.

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