TORINO, 15 LUG – Il Tar del Piemonte ha bocciato il protocollo della Giunta regionale piemontese con il quale il governatore leghista Roberto Cota aveva introdotto i volontari dei movimenti per la vita nei consultori. La sentenza, depositata oggi, afferma che la scelta di Cota e’ in contrasto con la legge 194.
L’introduzione dei volontari pro-vita, nelle intenzioni di Cota mirata al ”miglioramento del percorso assistenziale” della donna che intende abortire, aveva visto nel novembre 2010 la formazione di un fronte bipartisan di contrarieta’ nel Consiglio regionale del Piemonte. Contro il protocollo si erano schierati infatti anche alcuni esponenti laici del Pdl.
Per il consigliere regionale Andrea Stara, che ha promosso il ricorso insieme alle associazioni Activa Donne e Casa delle Donne, e’ questa ”la prima sconfitta dei movimenti per la vita a livello nazionale”. ”Il Tar – sottolinea Stara – ha annullato proprio quella parte del protocollo che prevede l’introduzione nei consultori solo di quel privato sociale che ‘abbia nel proprio statuto la finalita’ di tutela della vita fin dal concepimento’, inserendo un palese motivo di discriminazione tra le associazioni, oltre che un evidente contrasto con la legge 194, che e’ tutelata costituzionalmente”. ”Ma la posta in gioco – aggiunge – andava ben al di la’ del Protocollo, e lo dimostra il fatto che a presenziare al dibattimento in tribunale l’8 giugno fosse venuto a Torino da Roma l’avvocato Carlo Casini, Presidente del Movimento Pro vita”.
Per l’ex presidente del Piemonte Mercedes Bresso, ”il tentativo ideologico di imporre per delibera una posizione antiabortista nei consultori doveva essere bloccato”. ”Le strutture pubbliche – osserva Bresso – devono essere neutre, non si puo’ fare militanza ai danni delle donne. Abortire e’ un dolore per qualsiasi donna, e solo una visione ideologica e maschilista puo’ vederla come una pratica da ostacolare a priori, senza alcuna valutazione sulla storia e condizione di chi la richiede. La magistratura ha fatto prevalere la saggezza della legge nazionale, bocciando chi vede le istituzioni come un fronte ideologico da cui imporre la propria credenza a tutti”.
