ROMA – Le donne italiane potranno ancora abortire come hanno fatto negli ultimi 34 anni, legalmente. La Corte Costituzionale ha confermato la legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza.
La Consulta era chiamata a pronunciarsi sulla legittimità costituzionale dell’articolo 4, quello sul limite temporale di 90 giorni per praticare l’aborto alla donna “che accusi circostanze per le quali la prosecuzione della gravidanza, il parto o la maternità comporterebbero un serio pericolo per la sua salute fisica o psichica, in relazione o al suo stato di salute, o alle sue condizioni economiche, o sociali o familiari, o alle circostanze in cui è avvenuto il concepimento, o a previsioni di anomalie o malformazioni del concepito”.
La Corte Costituzionale era stata chiamata in causa dal ricorso del Tribunale di Spoleto. Nel gennaio scorso una ragazza minorenne si era rivolta al Tribunale umbro per chiedere di poter abortire senza coinvolgere i propri genitori. Il giudice minorile aveva risposto rilevando un contrasto rispetto a quanto indicato dalla Corte europea per i diritti dell’uomo sulla tutela dell’embrione umano. Secondo la Corte europea l’embrione umano è un “soggetto da tutelarsi in maniera assoluta”
Secondo il giudice la possibilità di interrompere la gravidanza entro 90 giorni dal concepimento comporta ”l’inevitabile risultato della distruzione di quell’embrione umano che è stato riconosciuto quale soggetto da tutelarsi in modo assoluto”.
