Prosegue l’inchiesta sulla corruzione degli appalti post terremoto in Abruzzo. Un’indagine che ha costretto alle dimissioni l’assessore regionale alla Protezione Civile Daniela Stati. Secondo i magistrati che conducono l’inchiesta – il sostituto procuratore Antonietta Picardi e il gip Marco Billi – potrebbe portare a nuovi e inattesi sviluppi. “La completezza dell’indagine – ha scritto il gip – impone ad avviso di questa autorità giudiziaria ulteriori approfondimenti. Occorre chiarire l’eventuale sussistenza di rapporti professionali tra la società Abruzzo Engineering spa e lo studio di amministrazione societaria Chiodi-Tancredi”.
In particolare gli inquirenti stanno valutando in contenuti delle conversazioni numero 2409 del 28 agosto 2009 relative al piano ideato dalla Stati e da Carmine Tancredi. Le registrazioni dimostrano – scrive Giuseppe Caporale su Repubblica – che la Stati era a conoscenza del piano criminoso. Sul ruolo del governatore dell’Abruzzo, il gip nell’ordinanza si spinge molto oltre: “Chiodi risulta perfettamente a conoscenza della situazione definita grave della società, e dimostra di averla aiutata indipendentemente dall’esame di un progetto concreto, augurandosi nel contempo che la stessa possa essere in grado di occuparsi fattivamente ed utilmente della ricostruzione”.
Infine, scrive ancora il gip, “occorrerà chiarire la natura di alcuni lavori per decine di milioni di euro commissionati di fatto ad Abruzzo Engineering dalla Regione Abruzzo ma senza alcun titolo legittimante”: non solo senza appalto, ma addirittura senza contratto.