Accorpamento province, addio alle questure: arrivano i “presidi di sicurezza”

Accorpamento province, addio alle questure: arrivano i “presidi di sicurezza”

ROMA – Il riordino di prefetture e questure, implicito nell’accorpamento delle province, passerà attraverso un significativo declassamento di quelle sedi che perdono la qualifica di capoluogo. Al loro posto sorgeranno dei cosiddetti “presidi di governo” e “presidi di sicurezza”.

Se scompariranno 35 province, non significa che svaniranno anche 35 questure. Il Viminale si è preoccupato di lasciarsi una via di fuga. Il regolamento predisposto dal ministero dell’Interno prevede infatti che qualora ci sia un alto “tasso d’impatto di fenomenologie delittuose, riferibili anche alla criminalità organizzata”, oppure “livelli di rischio derivanti da condizioni di particolare vulnerabilità dell’ambiente”, o ancora “la presenza di situazioni di particolare squilibrio o di disagio economico e sociale”, ebbene, in questi casi prefettura e questura potrebbero rimanere al loro posto. È il caso, per dire, di Brindisi, di Crotone o di Vibo Valentia, che perderanno la qualifica di capoluogo di provincia, ma dove gli uffici dello Stato difficilmente saranno declassati.

Dalla riorganizzazione non si salvano i Vigili del fuoco. Anche qui, i 35 comandi provinciali dono destinati ad essere declassati a “presidi”.

La tagliola della Spending Review, però, prevede la nascita degli Uffici territoriali di Governo, accorpando molte funzioni comuni tra uffici periferici dello Stato. La legge stabilisce che i costi di funzionamento per le funzioni logistiche e strumentali debbano essere tagliati del 20%. Sarà il prefetto titolare della sede maggiore, nel capoluogo di regione, assieme ai colleghi delle sedi provinciali, a organizzare una ricognizione delle spese. Nascerà presso le prefetture maggiori un Ufficio unico per l’espletamento dei servizi comuni.

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Alessandro Avico