Caos Enav, non solo tangenti: aeroporti di Trieste e Palermo senza radar

ROMA – Negli aeroporti di Trieste e di Palermo mancano i radar. Non sono in dotazione quei radar passivi in grado di coprire i rischi legati a eventi atmosferici come la pioggia, la nebbia, la sabbia e il vento. Soprattutto il vento, che in alcune zone produce il fenomeno del wind-shear, quelle turbolenze improvvise che minacciano la stabilità dei velivoli in fase di decollo0 e atterraggio. E Trieste, è notorio, è la città della bora, delle raffiche a 150 chilometri orari. A Palermo una tipica situazione di wind-shear, con lo scirocco che iniziò a girare vorticosamente, ha provocato l’anno scorso un fuoripista di un aereo Wind Jet con fortunatamente solo parecchi feriti.

Dalle ultime cronache giudiziarie è venuto fuori che la mancata copertura da questi rischi per le due città così esposte ai venti è stata una scelta dell’Enav. Una scelta maturata all’interno, secondo il quadro accusatorio, di una gestione fatta di prezzi gonfiati, fondi neri, tangenti e del potere di influenza di Finmeccanica sull’ente che sovraintende al traffico aereo. Reati, quindi, ma anche un attentato alla sicurezza dei cittadini. Il radar passivo che prevede il wind-shear esiste eccome. Si chiama Liddar. Lo produce l’americana Loockeed, ma il suo acquisto, già definito e pronto per essere effettuato, contrastava i disegni di Finmeccanica, in particolare della controllata Selex. Tommaso Di Lernia, subappaltatore divenuto ricco con le commesse Selex, ha deciso di collaborare con i pm e ha spiegato i motivi per cui Ronchi dei Legionari (Trieste) e Punta Raisi (Palermo) sono sprovvisti del radar.

Autoaccusatosi anche di aver “unto” parecchi politici a suon di mazzette (“200 mila euro all’Udc”) ha riferito testualmente ai magistrati: “Non c’era da parte della Selex uno specifico interesse a istallare radar di quel tipo. Non lo produceva e non voleva che gli altri aeroporti l’adottassero”. Selex era indietro nella produzione del radar, ancora nella fase di sperimentazione. Quindi, per bloccare la trattativa di acquisto tra Enav e Loockeed dei radar ordinati per Ronchi Legionari, gli venne chiesto da Manlio Fiore (manager di Selex arrestato) “di intervenire presso il rappresentante italiano di Loockeed”. Di Lernia fallisce, Fiore risolve personalmente la faccenda accollandosi delle consulenze pagate profumatamente (300 mila euro) all’uomo della Loockeed. A Palermo succede praticamente la stessa cosa. Il radar è una tecnologia disponibile da almeno sette anni, ma non essendo Finmeccanica a produrlo, nessuno aeroporto doveva accedervi.

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Warsamé Dini Casali